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alexapple

Reinserire Il Latino Alle Scuole Medie

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HAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHHAHAHAH.

no.

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[quote]Come puoi conoscere una lingua, studiandone un'altra? XD[/quote]

Mi rendo conto che scrivere walltest non fa di me un buon comuicatore.

Proviamo a riassumere l'ultimo:

Studenti: capiscono male cose.
Commercianti usano termini strani in inglese. Inglesi non capiscono inglese economico, esempio.
Inglese studiato scuola inutile. Imparate inglese su internet.
Studio lingue antiche prevede studio suoni.
Suoni largamente diffusi in aree geografiche grandezza continenti.
Suoni variano poco. Concetti legati a suoni: simili.
Esempio. Tedesco : uber = Greco : yuper
Capire suoni significa manipolare mente ed emozioni. Simile hackerare computer. Ma meglio. Politica: attività remunerativa. Musica: very cool.
Latino: utile strumento di allenamento per hackerare mente altrui. Religione: altrettanto.
India: McDonald apre ristorante. Nessuno vuole mangiare carne di mucca. Contro religione. McDonald fallisce, licenziamenti. Molti.
Amministratori McDonald stupidi: non pensavano religione.
In Italia: buon iinsegnanti di lingue antiche.
In Italia: cattivi insegmanenti di Italiano, Inglese, Storia.
Italiano: non è quello di Manzoni.
Storia: troppo dogmatica. Studenti non hanno idee chiare su motivi dietro fatti storici. Esempio: Garibaldi.
Matematica: problema non ore di lezione, ma grande odio.
Ho avuto bravo professore: lui usare buon metodo di insegnamento. Questa è la via.

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Sinceramente ho preferito il wallpost, sarà che adoro le tesi ben argomentate :P
Giusto per indicare quanto lavoro si trovi dopo un diploma al liceo classico? Nel mio corso serale ci sono due persone con in mano il diploma di liceo classico, di cui uno laureato in lettere. Sono in cerca di riqualificazione all'ITIS serale perché, logicamente, con il diploma (e, nel caso di quello laureato, la laurea) non hanno trovato alcun lavoro.

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[quote name='Miluro' timestamp='1363297306' post='684889']
Io sono d'accordo. E' ora che quei bimbini maledetti imparino cos'è la scuola, maledizione!
Tanto più che ormai io le medie le ho passate e non è un problema mio.
[/quote]
Quoto :asd:

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Un articolo che fa al caso nostro:


Il ragazzo ama il latino (ed è subito polemica)
STEFANO BARTEZZAGHI
«IL LATINO non serve». Ad affermarlo non è stato Papa Francesco, giovedì scorso, quando ha deciso di pronunciare in italiano la sua prima omelia (Ratzinger l’aveva tenuta in latino, e aveva detto messa voltato verso l’altare). La recisa opinione è stata invece espressa lo scorso sabato, in una lettera che il lettore Giuseppe Chiassarini ha inviato a Repubblica.
Il figlio non aveva avuto le ore di latino previste per quel giorno, e se ne era dispiaciuto perché il «latino è cultura». Il padre si è dichiarato preda di «una grande tristezza e anche di una certa rabbia. La classe politica che per decenni ha lasciato che tanti nostri figli impegnassero molte energie per imparare una lingua morta e, peggio, che ha inculcato in loro l’idea che questa lingua morta fosse importante, è una classe politica a sua volta morta». Certamente la pensa diversamente Giovanna Chirri, la giornalista dell’Ansa che unica fra i colleghi ha capito subito cosa stesse succedendo quando Benedetto XVI annunciava, in latino, le proprie dimissioni. Chirri è diventata una specie di star internazionale e alla Bbc si chiedono quanto morta sia una lingua in cui vengono ancora pronunciate parole capaci di cambiare la storia.
Procura intanto un certo compiacimento appurare come nel corso di una sola generazione (nel senso proprio della parola) le parti si siano rovesciate. Ancora negli anni Settanta, quando si può presumere che l’autore della lettera fosse lui in età scolare o pochi anni prima, il latino si studiava anche alle scuole medie inferiori: obbligatorio al secondo anno, facoltativo al terzo, per chi non prevedeva di andare al liceo. I neotredicenni passavano l’estate intermedia fra i due anni scolastici a cercare di convincere i genitori che il latino è una lingua morta e non serve. I genitori ribattevano con argomenti che oggi si rileggono nelle molte lettere di risposta a Chiassarini giunte già lo stesso sabato alla redazione di Repubblica: che il latino è «la base di tutto», che dà la «forma mentis », che permette di intuire le etimologie e che il nostro italiano non è che un suo dialetto, assieme alle lingue consorelle. Tutte cose sacrosante; tutti argomenti remotissimi dall’orizzonte di un ragazzo di dodici anni. Solo pochi genitori scaltri sorprendevano i figli dicendo loro: «Hai ragione, il latino non serve assolutamente a nulla. Però è bellissimo».
A quell’epoca, peraltro, si era ben lontani dall’attuale società, che mangia pane e inglese, googleggia a manetta, viaggia alla velocità delle fibre ottiche e tutto il resto: ai ragazzi non restava che rinunciare al loro primo serio tentativo di opposizione ai vincoli scolastici, e rassegnarsi a godere delle dubbie gioie della perifrastica attiva e passiva. Cosa ha potuto produrre questa inversione dei punti di vista?
C’è purtroppo da immaginare che, in realtà, il Chiassarini giovane abbia espresso opinioni non condivise da troppi suoi coetanei (molti e sentiti complimenti alla sua professoressa o professore). Ma quello che rende volgare (in senso tecnico) la contrapposta opinione del padre non è l’avere tenuto in poca considerazione la residua utilità del latino: è proprio la concezione delle materie scolastiche come strumenti utilitari, un’attrezzeria tecnica che a scuola ci viene consegnata perché «ci servirà» nella vita. L’inglesuccio che serve a usare il computer lo si impara facilmente usando appunto il computer; il latino si può imparare solo a scuola e morirà davvero solo il giorno in cui nessuna scuola lo insegnerà più. L’idea di quantificarne l’utilità è gemella all’idea di depurare i bilanci pubblici dagli investimenti per la cultura e dal sostegno a tutte quelle attività che l’economo considera improduttive e «senza ritorno». Certo, che non c’è ritorno! La cultura è infatti un viaggio di sola andata; l’unico modo per tornare indietro è abrogarla.
Un giorno un commissario leggerà i programmi scolastici con un paio di affilate forbici: quella sera a essere fatto a coriandoli non sarà il solo latino. La storia, non è forse “morta” per sua stessa definizione? E la filosofia? E a cosa serve la matematica, a un futuro avvocato o ortopedico? A cosa servono le lezioni di inglese, quando si sa che l’inglese lo si impara solo sul posto? La verità è che la scuola non è utile né inutile: è autile, un’industria no-profit (la pubblica) di trasmissione del sapere in cui comunità di due generazioni diverse si scambiano insegnamenti e aggiornamenti su cosa implichi e cosa significhi essere italiani oggi. Che la scuola sia in crisi lo dimostrano i risultati elettorali, il tono e la logica del dibattito pubblico, la carenza di sentimento nazionale, la diffusione epidemica di quella malattia dell’intelligenza che si chiama furbizia.
Essere italiani oggi significa anche (e tristemente) legare immediatamente ogni scontentezza a responsabilità della «classe politica che per decenni » eccetera. Il nesso che il lettore trova fra il latino come «lingua morta» e «la classe politica a sua volta morta» non può che ricordare Beppe Grillo e il linguaggio del Movimento Cinque Stelle. È infatti Grillo ad avere introdotto la categoria terminale della “morte” nello politico, riprendendo peraltro l’immagine degli zombie da maestri dell’antipolitica come Umberto Bossi e il Francesco Cossiga delle esternazioni. Il furore contro il passato non ha nulla a che vedere con alcun tentativo di miglioramento del presente. Se il futuro sarà migliore del presente, a renderlo tale forse non sarà qualcuno che ha studiato latino, ma certamente sarà qualcuno che a scuola ha trovato ragioni di amore verso lo studio. Perché l’amore per lo studio, quello non passa: e serve, eccome se serve.
Visto che a buttarla in politica è stato il lettore, corre l’obbligo di ricordare che Silvio Berlusconi ha sempre formato i suoi attivisti (quelli del marketing delle sue aziende, ancor prima di quelli politici) dando loro un’istruzione fondamentale: «l’italiano di ogni età, il nostro potenziale cliente è uno scolaro delle medie inferiori, e non siede neppure nei primi banchi». Ecco. Suo figlio, signor Chiassarini, anche grazie al suo latinorum si avvia a uscire dall’incantamento di un’ideologia semplice e più attraente del Paese dei Balocchi, che esorta a odiare la noia, l’insofferenza, l’indignazione spicciola, l’egoismo totalitario, l’attenzione esclusiva per il proprio tornaconto, l’intolleranza verso ogni ostacolo che impedisce il soddisfacimento immediato delle proprie pulsioni. Le dispiace così tanto?
Oggi Grillo ha problemi di quorum, Berlusconi invoca la legittima suspicione, esistono studenti dodicenni che amano studiare. Morti non siamo: tutt’altro.


[quote name='Howl' timestamp='1363601104' post='687273']
Meh..correggetemi se sbaglio. Per studiare latino ci vuole comunque già una base di italiano solida che alle elementari non danno di sicuro. Aka studiare latino alle medie non sarebbe nemmeno possibile,o comunque troppo complicato per un ragazzino di 10/11 anni. Almeno secondo me eh
[/quote]

Il latino deve essere lo strumento per apprendere l'italiano. L'analisi logica la si impara dallo studio del latino.

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Alex, senza offesa, ma condivido l'opinione di snipperworm, sei troppo eccitato perché sei al primo anno del liceo e il latino sembra chissà cosa.
Inoltre nella chiesa cattolica molto probabilmente, sulla scia del Concilio Vaticano II, rimetteranno la messa obbligatoria nella lingua del paese in cui si trova la chiesa, bandendo il latino.
Il latino, senza offesa, a parte rari casi (JayKenton, che comunque immagino non abbia compiuto quel lavoro di cui dice a scuola) non offre quello che pensi tu.
Come viene insegnato nelle maggior parti delle scuole o è un vuoto esercizio di traduzione, dove sei valutato se traduci bene o male (e non importa cosa c'è dietro il testo) oppure studi letteratura latina, che è ben altra cosa.
Quello di cui parli tu, ovvero capire la logica delle parole, è già compreso nello studio della materia: Italiano e, infatti, alle medie, io avevo comprato un libro che spiegava proprio ciò.
Semplicemente, i professori non ne vedono l'utilità (e manca anche il tempo) e quindi non lo fanno.
Estendere il latino alle medie, dove, invece bisognerebbe offrire un grande panorama di materie in grado di offrire una scelta consapevole poi del liceo, non serve, perché non offre, sostanzialmente, sbocchi per il futuro.
Viene fatto nel liceo classico, è vero, ma poi cosa ti ritrovi?A fare l'archeologo?Dove tanto in Italia non ci sono soldi? A fare lettere classiche?Dove difficilmente viene chiesto la conoscenza del latino e che a 50 anni poi non sai che fartene della laurea e lavori al Mc'Donald?
Una persona non può dire semplicemente: "E' cultura", perché, quando ti ritrovi a 18 anni, a dover far la scelta dell'Università, quando ormai diventi adulto, a meno che hai una famiglia ricca, non puoi permetterti, in questo preciso contesto storico, il lusso di scegliere facoltà che, successivamente, non ti darà NIENTE.
Poi esistono le eccezioni, vero.
Però devi andare all'estero(e ti serve almeno l'inglese o francese).
Ergo lo studio del latino può essere fatto, in questo preciso momento storico, solo da chi voglia farlo.
E non imposto già dalle medie.
Non serve.
E seguendo il tuo ragionamento, dovremmo insegnare ai bambini delle elementari il latino, per capire bene "l'italiano", ma non mi sembra che negli altri paesi dove studiano l'italiano, il latino venga imposto.
E inoltre, facendo questo ragionamento, dovremmo studiare allora, in inglese, le lingue madri, ovvero l'antico inglese, che ha avuto influenze di Francese, barbarico e latino.
Figuriamoci il tedesco o il francese.
Inoltre non ti sei posto il problema di quale latino studiare, se vogliamo parlare di etimologia:
"latino arcaico o latino del III secolo d.C. parlato dalla gente comune? O il latino dell'800 d.C.?
E perché non studiare i volgari?Che sono la naturale evoluzione tra Latino e Italiano?
perché non istituiamo un corso, nel pomeriggio, per tutti gli italiani, per studiare tutta la storia della lingua italiana, partendo dal latino fino a giungere ad ora?
Ed ecco che ho trasformato il "introduciamo il latino alle medie" a "introduciamo un corso di laurea a tutti gli italiani per capire l'italiano".

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Dovrebbero togliere il latino al liceo scientifico e lasciarlo al classico, in questo modo chi vuole fare latino va al classico mentre chi vuole fare materie scientifiche va allo scientifico.

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[quote name='goldr31' timestamp='1363606314' post='687306']
Alex, senza offesa, ma condivido l'opinione di snipperworm, sei troppo eccitato perché sei al primo anno del liceo e il latino sembra chissà cosa. [/quote]

Ok, sarò anche eccitato o contento della scelta fatta, quindi? Non vedo che problema ci sia.

[quote] Inoltre nella chiesa cattolica molto probabilmente, sulla scia del Concilio Vaticano II, rimetteranno la messa obbligatoria nella lingua del paese in cui si trova la chiesa, bandendo il latino.
Il latino, senza offesa, a parte rari casi (JayKenton, che comunque immagino non abbia compiuto quel lavoro di cui dice a scuola) non offre quello che pensi tu. [/quote]

Beh, da tempo le messe sono in italiano.

[quote] Quello di cui parli tu, ovvero capire la logica delle parole, è già compreso nello studio della materia: Italiano e, infatti, alle medie, io avevo comprato un libro che spiegava proprio ciò. [/quote]

Cosa intendi con logica delle parole? Io intendo etimologia. Ebbene, credo che dedurre l'etimo di una parola sia un qualcosa di secondario che il latino ti offre.

[quote] Semplicemente, i professori non ne vedono l'utilità (e manca anche il tempo) e quindi non lo fanno.
Estendere il latino alle medie, dove, invece bisognerebbe offrire un grande panorama di materie in grado di offrire una scelta consapevole poi del liceo, non serve, perché non offre, sostanzialmente, sbocchi per il futuro. [/quote]

Ma secondo te come si faceva quando c'era in vigore la riforma Gentile (che peraltro è una riforma altamente criticabile da tanti punti di vista)? Il tempo lo si trova. Il problema maggiore sono gli insegnanti carenti.

[quote] Viene fatto nel liceo classico, è vero, ma poi cosa ti ritrovi?A fare l'archeologo?Dove tanto in Italia non ci sono soldi? A fare lettere classiche?Dove difficilmente viene chiesto la conoscenza del latino e che a 50 anni poi non sai che fartene della laurea e lavori al Mc'Donald? [/quote]

L'archeologo? Perché? Il mio professore di italiano lo dice sempre, gli archeologi finiscono a fare le guide nei musei.
Il classico ti prepara a qualunque facoltà: sei già pronto per una umanistica, ma ti basta recuperare una parte della matematica e puoi tranquillamente fare ingegneria, chimica o fisica.

[quote] Una persona non può dire semplicemente: "E' cultura", perché, quando ti ritrovi a 18 anni, a dover far la scelta dell'Università, quando ormai diventi adulto, a meno che hai una famiglia ricca, non puoi permetterti, in questo preciso contesto storico, il lusso di scegliere facoltà che, successivamente, non ti darà NIENTE. [/quote]

Mi sembra ovvio. Fare lettere classiche al momento è inutile.

[quote] Poi esistono le eccezioni, vero.
Però devi andare all'estero(e ti serve almeno l'inglese o francese). [/quote]

Quindi? Al classico non mi pare che si facciano meno ore di inglese. Dimenticavo, traducendo dal latino e dal greco, anche tradurre dall'inglese e dal francese viene molto più facile. Te lo dico perché me ne accorgo, il modo in cui affronto una traduzione ora è completamente diverso rispetto a quello di un anno fa.

[quote] Ergo lo studio del latino può essere fatto, in questo preciso momento storico, solo da chi voglia farlo.
E non imposto già dalle medie.
Non serve. [/quote]

Servirebbe, invece, come ausilio all'insegnamento dell'italiano. La metà degli alunni di una classe di 3^ media non sa ripetere un paragrafo di storia in un italiano adeguato.

[quote] E seguendo il tuo ragionamento, dovremmo insegnare ai bambini delle elementari il latino, per capire bene "l'italiano", ma non mi sembra che negli altri paesi dove studiano l'italiano, il latino venga imposto. [/quote]

Mai detto questo. Insegnare l'italiano fuori dall'Italia è come insegnare l'Inglese in Italia, inutile.

[quote] E inoltre, facendo questo ragionamento, dovremmo studiare allora, in inglese, le lingue madri, ovvero l'antico inglese, che ha avuto influenze di Francese, barbarico e latino.
Figuriamoci il tedesco o il francese. [/quote]

Ma ti ho detto che il latino non serve solo a scoprire le origini di una lingua. Serve, prima di tutto, a ragionare, a riflettere sulla lingua. Prima dal lato sintattico e grammaticale, dei costrutti, delle etimologie, poi dal lato di resa nella lingua di arrivo, quindi della scelta dei vocaboli, dei sinonimi, dell'attenzione alle sfumature di significato. La forma mentis che si acquisisce sarà utile sia all'università che nella vita. Un esempio? Concorso a cattedra per l'insegnamento. Sai chi ha passato col miglior punteggio i test preselettivi (tutti di logica)? Quelli che hanno studiato lettere classiche o ingegneria.
Quanti futuri avvocati non hanno passato il concorso perché non sapevano scrivere in italiano, pur conoscendo tutta la giurisprudenza?

Mi spieghi il senso delle ultime affermazioni? Ti dico solo che noi, per convenzione, non studiamo il greco, ma il dialetto attico.

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[quote name='SnipperWorm' timestamp='1363527165' post='686652']
L'inglese studiato seriamente non esiste in Italia.[/quote]Pensa che l'inglese migliore che ho studiato è quello dei giochi non doppiati della play2 o su youtube...
[quote name='goldr31' timestamp='1363531041' post='686691']Capire l'italiano?A malapena le persone lo sanno scrivere o parlare correttamente, il latino non serve, servono ore di ortografia alle medie, ecco cosa.[/quote]M k dCi!? I0 Skriu0 bNxxm0!!1
Purtroppo se una persona vuol imparare a scrivere in una maniera decente temo debba fare un po' d'autodidattismo. E poi ammettiamolo, usare -e soprattutto conoscere- il significato di certi paroloni farebbe impettire chiunque :asd:

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[quote name='alexapple' timestamp='1363608466' post='687319']
Il classico ti prepara a qualunque facoltà: sei già pronto per una umanistica, ma ti basta recuperare una parte della matematica e puoi tranquillamente fare ingegneria, chimica o fisica.
[/quote]
Aspetta di uscire dalla Quinta superiore e torna a dirmi se il Classico ti prepara a qualsiasi facoltà per favore.
Voglio proprio vedere uno uscito dal Classico come si atteggia coi test di Ingegneria con la matematica che lì è richiesta. Solo per farti capire, argomenti come combinatoria e probabilità, che sono importantissimi in ambito economico, fisico e informatico, si fanno solo approfonditamente nel mio indirizzo di Scientifico (PNI). E quindi nemmeno in tutti gli indirizzi scientifici, solo in uno.

Semmai è il contrario. Nessuna facoltà richiede la conoscenza del Greco o del Latino. Ergo, chi esce dallo Scientifico ha maggiori sbocchi. Un genio di matematica può benissimo andare a fare Filosofia e poi barbonare per strada o iscriversi ad Architettura per poi andare a vivere sotto a un ponte (almeno saprà in che stile è costruito il ponte sotto il quale vive... almeno che non si chiami Mangoni). Tanto, per farti un esempio, filosofia e storia dell'arte/disegno si fanno nello stesso identico modo nei due licei. Ma non è così con le materie scientifiche, specialmente con la matematica.

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[quote]Quanti futuri avvocati non hanno passato il concorso perché non sapevano scrivere in italiano, pur conoscendo tutta la giurisprudenza?[/quote]

Sai perché?
Perché scrivevano X o Xchè.
Altro che latino.

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Da quello che dici si capisce che "Devo studiare il latino perchè ti aiuta a ragionare, e le sue regole ti donano un metodo di studio uber"
Non-ha-senso.
Per il semplice motivo che la matematica stessa già dall'asilo ti aiuta a ragionare, vedere i pallini, contarli e sottrarli fra di loro.
Ovviamente poi si continua con cose più difficili.
Inoltre, studiare il latino perchè ti dona un metodo di studio è completamente inutile, anche perchè uno studente nella media cambia ogni anno il suo, semmai perchè lo trova più sintetico e semplice oppure opta per uno stile completo e pesante.

Mia cugina che ha fatto il classico (ora ha 20 anni) mi ha detto che se devo sceglierlo, mi deve piacere la filosofia e il latino, ma non per ciò che offre a livello di contenuto. Perchè quello che si studia li dentro è pesante e inutile per uno che semmai vuole fare l'ingegnere o l'architetto. Oramai è crollato il detto "Il classico prepara tutti su tutto".

Il fatto che sei uforico come una bimbella di prima media è già qualcosa. Infatti elogiare il latino/greco ovunque di certo non ti rende una persona aperta a tutto.

L'inglese è più semplice dell'italiano ad esempio nel campo dei verbi, dove i tempi da ricordare sono quasi tutti uguali.
Ovviamente per conoscere l'italiano non hai bisogno del latino, in quanto sono lingue sì simili ma diverse.
Almeno io ho imparato circa il 90% del mio inglese da giochi e internet.

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[quote name='Bishibazu' timestamp='1363612478' post='687365']
Il fatto che sei uforico come una bimbella di prima media è già qualcosa. Infatti elogiare il latino/greco ovunque di certo non ti rende una persona aperta a tutto.
[/quote]
Io sono sempre pronto a elogiare la cultura e il periodo ellenistici, e devo dire che lo faccio il più possibile, ma non per questo dico o penso che la vittoria romana a Pydna sia dovuta solo a fortuna.

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[quote name='SnipperWorm' timestamp='1363611776' post='687356']
Aspetta di uscire dalla Quinta superiore e torna a dirmi se il Classico ti prepara a qualsiasi facoltà per favore.
Voglio proprio vedere uno uscito dal Classico come si atteggia coi test di Ingegneria con la matematica che lì è richiesta. Solo per farti capire, argomenti come combinatoria e probabilità, che sono importantissimi in ambito economico, fisico e informatico, si fanno solo approfonditamente nel mio indirizzo di Scientifico (PNI). E quindi nemmeno in tutti gli indirizzi scientifici, solo in uno.

Semmai è il contrario. Nessuna facoltà richiede la conoscenza del Greco o del Latino. Ergo, chi esce dallo Scientifico ha maggiori sbocchi. Un genio di matematica può benissimo andare a fare Filosofia e poi barbonare per strada o iscriversi ad Architettura per poi andare a vivere sotto a un ponte (almeno saprà in che stile è costruito il ponte sotto il quale vive... almeno che non si chiami Mangoni). Tanto, per farti un esempio, filosofia e storia dell'arte/disegno si fanno nello stesso identico modo nei due licei. Ma non è così con le materie scientifiche, specialmente con la matematica.
[/quote]

Conosco persone uscite dal classico e ora docenti universitari di chimica, altri che hanno fatto economia, altri ancora informatica. Nulla ti impedisce, dopo cinque anni, di studiare la matematica che hai potuto svolgere prima, recuperarla e intraprendere una facoltà scientifica.


[quote name='Bishibazu' timestamp='1363612478' post='687365']
Da quello che dici si capisce che "Devo studiare il latino perchè ti aiuta a ragionare, e le sue regole ti donano un metodo di studio uber"
Non-ha-senso.
Per il semplice motivo che la matematica stessa già dall'asilo ti aiuta a ragionare, vedere i pallini, contarli e sottrarli fra di loro.
Ovviamente poi si continua con cose più difficili.
Inoltre, studiare il latino perchè ti dona un metodo di studio è completamente inutile, anche perchè uno studente nella media cambia ogni anno il suo, semmai perchè lo trova più sintetico e semplice oppure opta per uno stile completo e pesante.

Mia cugina che ha fatto il classico (ora ha 20 anni) mi ha detto che se devo sceglierlo, mi deve piacere la filosofia e il latino, ma non per ciò che offre a livello di contenuto. Perchè quello che si studia li dentro è pesante e inutile per uno che semmai vuole fare l'ingegnere o l'architetto. Oramai è crollato il detto "Il classico prepara tutti su tutto".

Il fatto che sei uforico come una bimbella di prima media è già qualcosa. Infatti elogiare il latino/greco ovunque di certo non ti rende una persona aperta a tutto.

L'inglese è più semplice dell'italiano ad esempio nel campo dei verbi, dove i tempi da ricordare sono quasi tutti uguali.
Ovviamente per conoscere l'italiano non hai bisogno del latino, in quanto sono lingue sì simili ma diverse.
Almeno io ho imparato circa il 90% del mio inglese da giochi e internet.
[/quote]

Il ragionamento del latino e del greco è molto diverso dalla matematica. L'esercizio di traduzione si può assimilare ad un problema, ma il modo in cui si affronta è diverso. Contare o far di conto non è ragionamento. È qualcosa di meccanico. Svolgere problemi o versioni, no. Nel primo caso si applicano le regole della matematica, nel secondo quelle della grammatica.
Imparare a parlare è un requisito fondamentale. Come hai intenzione di dimostrare un teorema se non hai proprietà di linguaggio adatte?
Non è pesante ciò che si studia al classico, se affrontato con metodo. I compiti sono di più, non c'è dubbio. Parlando con alcuni miei amici dello scientifico, ho scoperto che non studiano mai più di tre ore al giorno. Da me, quattro ore sono il minimo sindacale.

Per conoscere bene l'italiano, sì che hai bisogno del latino. Guarda caso, tutti gli autori di grammatiche italiane sono latinisti o grecisti. Puoi accorgertene anche con cose semplici. Qualche giorno fa c'è stata una discussione su dove cadesse l'accento in "persuadere". Si pronuncia "persuadère", analogamente al latino, essendo persuadeo un verbo di seconda coniugazione.

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[quote name='Bishibazu' timestamp='1363624190' post='687551']
Povera mela.
[/quote]

Attendo una risposta :)

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va bè, convinto tu.
ne riparliamo tra 5 anni.

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[quote name='alexapple' timestamp='1363624887' post='687568']


Attendo una risposta :)
[/quote]
Risposta

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[quote name='SnipperWorm' timestamp='1363611776' post='687356']
Aspetta di uscire dalla Quinta superiore e torna a dirmi se il Classico ti prepara a qualsiasi facoltà per favore.
Voglio proprio vedere uno uscito dal Classico come si atteggia coi test di Ingegneria con la matematica che lì è richiesta. Solo per farti capire, argomenti come combinatoria e probabilità, che sono importantissimi in ambito economico, fisico e informatico, si fanno solo approfonditamente nel mio indirizzo di Scientifico (PNI). E quindi nemmeno in tutti gli indirizzi scientifici, solo in uno.

Semmai è il contrario. Nessuna facoltà richiede la conoscenza del Greco o del Latino. Ergo, chi esce dallo Scientifico ha maggiori sbocchi. Un genio di matematica può benissimo andare a fare Filosofia e poi barbonare per strada o iscriversi ad Architettura per poi andare a vivere sotto a un ponte (almeno saprà in che stile è costruito il ponte sotto il quale vive... almeno che non si chiami Mangoni). Tanto, per farti un esempio, filosofia e storia dell'arte/disegno si fanno nello stesso identico modo nei due licei. Ma non è così con le materie scientifiche, specialmente con la matematica.
[/quote]

Quella dei ponti l'avevo detta io a Jacques, copione >_<

[quote name='alexapple' timestamp='1363613937' post='687389']
Conosco persone uscite dal classico e ora docenti universitari di chimica, altri che hanno fatto economia, altri ancora informatica. Nulla ti impedisce, dopo cinque anni, di studiare la matematica che hai potuto svolgere prima, recuperarla e intraprendere una facoltà scientifica.




Il ragionamento del latino e del greco è molto diverso dalla matematica. L'esercizio di traduzione si può assimilare ad un problema, ma il modo in cui si affronta è diverso. Contare o far di conto non è ragionamento. È qualcosa di meccanico. Svolgere problemi o versioni, no. Nel primo caso si applicano le regole della matematica, nel secondo quelle della grammatica.
Imparare a parlare è un requisito fondamentale. Come hai intenzione di dimostrare un teorema se non hai proprietà di linguaggio adatte?
Non è pesante ciò che si studia al classico, se affrontato con metodo. I compiti sono di più, non c'è dubbio. Parlando con alcuni miei amici dello scientifico, ho scoperto che non studiano mai più di tre ore al giorno. Da me, quattro ore sono il minimo sindacale.

Per conoscere bene l'italiano, sì che hai bisogno del latino. Guarda caso, tutti gli autori di grammatiche italiane sono latinisti o grecisti. Puoi accorgertene anche con cose semplici. Qualche giorno fa c'è stata una discussione su dove cadesse l'accento in "persuadere". Si pronuncia "persuadère", analogamente al latino, essendo persuadeo un verbo di seconda coniugazione.
[/quote]

Bastava aprire il Devoto Oli, quello dalla M alla Z e leggere dov'era l'accento.
Ma guarda, fossimo tutti geni va bene, fino all'affermazione del francese la lingua degli scienziati è stata il latino, Galileo e molti filosofi scrivevano in latino.
Ma stai chiedendo che si studi latino obbligatoriamente in scuole dove ci sono alunni che non sanno rispondere alle cose più basilari come "cosa vedi intorno a te quando vai in campagna" perché studiano a memoria senza capire una minchia di quello che hanno studiato.
Certo, il latino studiato bene può aprire la mente, ma ci sono modi molto più veloci ed efficaci di una lingua dove comunque bisogna mandare a memoria un mucchio di roba. Bisogna aprirli nelle basi della logica, favorire lo studio non meccanico e la rielaborazione,
non caricare di un'altra materia che verrà fatta male e dimenticata perché quelli hanno preso sempre un 6 risicato studiando a memoria declinazioni e coniugazioni per la domanda della prof e leggendo la traduzione di Splash latino.

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[quote name='alexapple' timestamp='1363613937' post='687389']
Conosco persone uscite dal classico e ora docenti universitari di chimica, altri che hanno fatto economia, altri ancora informatica. Nulla ti impedisce, dopo cinque anni, di studiare la matematica che hai potuto svolgere prima, recuperarla e intraprendere una facoltà scientifica.
[/quote]
Ma chimica è già un altro discorso. Non si fa assolutamente nulla di Chimica allo Scientifico, 3 ore al 4° anno per il mio indirizzo e poi basta :asd: Per il resto, sicuramente avranno avuto una grande attitudine allo studio, perché se è vero che nulla glielo impedisce, è anche vero che avranno sudato un po' sette camicie per mettersi alla pari.

[quote name='Bendersnake' timestamp='1363627680' post='687622']
Quella dei ponti l'avevo detta io a Jacques, copione >_<
[/quote]
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[quote name='goldr31' timestamp='1363626119' post='687594']
va bè, convinto tu.
ne riparliamo tra 5 anni.
[/quote]

Me la lego al dito.

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[quote]Giusto per indicare quanto lavoro si trovi dopo un diploma al liceo classico? Nel mio corso serale ci sono due persone con in mano il diploma di liceo classico, di cui uno laureato in lettere. Sono in cerca di riqualificazione all'ITIS serale perché, logicamente, con il diploma (e, nel caso di quello laureato, la laurea) non hanno trovato alcun lavoro.[/quote]

Al momento ci sono 3-4 sbocchi, che sono simili tra loro: impiegato, impiegato di banca, impiegato in pubblico ufficio o segretaria/o.
Oppure, parlamentare. Oppure libero artista. Ma penso che quello lo possa (provare a) fare chiunque.

Però il discorso da fare è un altro. Chi studia al Liceo si presume che lo fa per poi studiare in un Università.
So che è strano da dire, non prendete le mie parole come niente di diverso da una constatazione empirica: gli studenti di Liceo sono più tutelati dalle crisi economiche.
Perché? La crisi comporta aumento della disoccupazione. Però chi lavora con contratti che richiedono una laurea (in Italia soprattutto nel settore pubblico. Chiaramente anche i privati chiedono spesso la laurea per molti ruoli di natura amministrativa o specializzata) è mediamente più protetto dal licenziamento. Nel caso di competenze molto specifiche (medici, notai, farmacisti), la crisi non incide affatto, perché sono mestieri protetti appunti.
Non solo. Se c'è molta difficoltà a trovare lavoro, diventa più conveniente continuare a studiare per non sprecare tempo a cercare un lavoro che non arriva. So che sembra un contrsenso. Eppure: ha senso. Certo, non tutti possono pagarsi gli studi, in ogni caso. In questo caso si dovrebbe attivare lo Stato a valorizzare i meritevoli. Che poi non lo faccia al top, è un altro discorso, ma non si può dire a priori che studiare in tempo di crisi è inutile.
Uscito dal Liceo pensavo di avere in tasca un diploma inutile; invece al terzo anno di Università ne sto rivalutando moltissimo il valore.

[quote]Meh..correggetemi se sbaglio. Per studiare latino ci vuole comunque già una base di italiano solida che alle elementari non danno di sicuro. Aka studiare latino alle medie non sarebbe nemmeno possibile,o comunque troppo complicato per un ragazzino di 10/11 anni. Almeno secondo me eh[/quote]

Il latino fatto alle medie è 100% memoria, 0% ragionamento. Pure una scimmia, purché correttamente ammaestrata, potrebbe ottenerne una valutazione sufficiente, con un adeguato investimento di tempo.
Il fatto è che io sono convinto che un ragazzino di 10-11 anni è uno scemo solo se lo tratti da scemo. Se cerchi di insegnarli la Somma Teologia o la Fisica Quantistica e gli dai fiducia nel fatto che può capirci qualcosa, non dico che diventa San Tommaso o Einstein, però acquisirà confidenza con un certo grado di approfondimento nel saper (fare) le cose.

[quote]Il latino, senza offesa, a parte rari casi (JayKenton, che comunque immagino non abbia compiuto quel lavoro di cui dice a scuola) non offre quello che pensi tu.
Come viene insegnato nelle maggior parti delle scuole o è un vuoto esercizio di traduzione, dove sei valutato se traduci bene o male (e non importa cosa c'è dietro il testo) oppure studi letteratura latina, che è ben altra cosa.[/quote]

Io di latino avevo voti medi. Non ho mai fatto una versione a casa, o quasi. Cercavo invece di leggere e capire le poesie, specialmente mi piaceva Orazio. Però ho avuto un professore strambo e fascista che con metodo muscolare ci ha messo in testa nozioni molto, ma molto avanzate. Era una professore di lettere classiche che parlava di Nietzche (Nietzche di professione era un filologo, cioé una specie di archeologo) e di Giulio Evola; era una sorta di Dottor House, e come il Dottor House, i suoi metodi funzionavano.

[quote]Aspetta di uscire dalla Quinta superiore e torna a dirmi se il Classico ti prepara a qualsiasi facoltà per favore.
Voglio proprio vedere uno uscito dal Classico come si atteggia coi test di Ingegneria con la matematica che lì è richiesta. Solo per farti capire, argomenti come combinatoria e probabilità, che sono importantissimi in ambito economico, fisico e informatico, si fanno solo approfonditamente nel mio indirizzo di Scientifico (PNI). E quindi nemmeno in tutti gli indirizzi scientifici, solo in uno.[/quote]

Su ingegneria è vero, va recuperata tantissimo la matematica.
Su economia e chimica, per mia esperienza, serve più intuito e senso delle grandezze che grande finezza matematica. Poi, esperienza mia, lo dico per chi è interessato...ci sono 3 tipi di Economia. Quella finanziaria-atturiale, che è solo matematica; quella cognitivo-microeconomica, che è psicologia in formule matematiche, e quella politico-macroeconomica che è filosofia politica in formule.
Però oh, le formule di cui parlo sono del tipo:

U = u[i]F[/i](x[sub]1[/sub], x[sub]2[/sub]); MaxU -> x[sub]1[/sub] = x[sub]2[/sub]

[quote]
Per il semplice motivo che la matematica stessa già dall'asilo ti aiuta a ragionare, vedere i pallini, contarli e sottrarli fra di loro.
Ovviamente poi si continua con cose più difficili.[/quote]

Esistono diverse sfere del ragionamento, comunque. O se non si spiegherebbe perché spesso i matematici sono dei [i]jerk[/i], gli economisti si confondono in continuazione e non si ricordano dove stanno di casa e gli ingegneri capiscono le battute sempre con qualche secondo di ritardo.

[quote]Ma stai chiedendo che si studi latino obbligatoriamente in scuole dove ci sono alunni che non sanno rispondere alle cose più basilari come "cosa vedi intorno a te quando vai in campagna" perché studiano a memoria senza capire una minchia di quello che hanno studiato.[/quote]

Perché alle elementari si da una educazione che nel 600 era proprio solo delle figlie secondogenite, quelle che matrimonio rapido e facoltoso oppure convento a 16 anni e chi s'è visto s'è visto.

[quote]Certo, il latino studiato bene può aprire la mente, ma ci sono modi molto più veloci ed efficaci di una lingua dove comunque bisogna mandare a memoria un mucchio di roba. Bisogna aprirli nelle basi della logica, favorire lo studio non meccanico e la rielaborazione,
non caricare di un'altra materia che verrà fatta male e dimenticata perché quelli hanno preso sempre un 6 risicato studiando a memoria declinazioni e coniugazioni per la domanda della prof e leggendo la traduzione di Splash latino.[/quote]

Come dicevo, io non ho mai mandato a memoria nulla. Non ho mai studiato a memoria, mi sono dovuto ingegnare per studiare la rotazione delle interrogazioni ed essere sempre interrogato sulle poesie o sulla letteratura in generale, mai sulla grammatica. Ci riuscivo perché avevo un gran senso del ritmo ed il mercoledì non andavo a scuola, se potevo.
Non mi riferisco a quel tipo di latino ma oh, ai miei tempi il latino non era così meccanico come lo dite voi, se ora le cose sono peggiorate stiamo proprio nella merda oh.

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[quote name='JayKenton' timestamp='1363653808' post='687927']
Come dicevo, io non ho mai mandato a memoria nulla. Non ho mai studiato a memoria, mi sono dovuto ingegnare per studiare la rotazione delle interrogazioni ed essere sempre interrogato sulle poesie o sulla letteratura in generale, mai sulla grammatica. Ci riuscivo perché avevo un gran senso del ritmo ed il mercoledì non andavo a scuola, se potevo.
Non mi riferisco a quel tipo di latino ma oh, ai miei tempi il latino non era così meccanico come lo dite voi, se ora le cose sono peggiorate stiamo proprio nella merda oh.
[/quote]

Ma neanche io mi ricordo nulla di declinazioni ecc. e faccio come te, ma ora che si fa letteratura... i primi due anni e mezzo di liceo non abbiamo fatto letteratura ma solo versioni a caso per esercitare la traduzione. E un latino fatto alle medie sarebbe la stessa cosa, è solo nel triennio del liceo (o del tecnico) che si comincia a fare letteratura italiana con un filo cronologico, letteratura latina in ottica di quella italiana e filosofia e storia si cerca di tenerle all'incirca nello stesso periodo di italiano.

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[quote name='alexapple' timestamp='1363295461' post='684862']
Che ne pensate di rendere lo studio del latino obbligatorio alle scuole medie?
[/quote]
Secondo me il latino è molto utile per saper parlare bene l'italiano ed utilizzare termini di un linguaggio medio-alto... ma so che tutti gli studenti italiani insorgerebbero... [size=5][b]L'ITALIA E' UN PAESE DI GENTE POCO ISTRUITA![/b][/size] (cogliete la provocazione :3)

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