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Rasen

[Gdr] Come Tutto Ebbe Inizio

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/GDR ON

Si fermò tutto d'un tratto. Prese una grossa boccata d'aria riempiendo i polmoni di ossigeno e riprese fiato. Era stanco. Il lavoro nei campi era faticoso ma lui non si risparmiava mai, concedendosi, come in questo caso, una piccola boccata d'aria.

Sfruttava spesso la piccola tregua per riflettere sui più disparati problemi della comunità cercando, in un modo o nell'altro, di farsi venire un'idea che potesse in qualche modo risolvere qualche fastidioso problema.

Finito il piccolo riposo, si asciugò la fronte con la manica della maglietta e continuò ad andare su e giù per i campi agricoli, premurandosi di raccogliere le zucche ormai mature e pronte per essere smerciate al Lontano Mercato dei Superni

Non era il lavoro più appagante della terra ma, di fatto, avrebbe aiutato a raccogliere la cifra necessaria a fondare un primo centro cittadino e lui lo faceva tutto sommato di buon grado.

Continuò a raccogliere con precisione le zucche guardandosi di tanto in tanto attorno, cercando di scorgere ciò che gli altri stavano facendo.

Certo, non era solo. Tanti come lui erano lì a contribuire per la città e lavoravano costantemente, senza rispettare giorni di riposo.

In effetti, la cifra necessaria era stata quasi raggiunta e nel rifugio c'era più subbuglio e agitazione del solito.

C'era chi incominciava a sgombrare la sua abitazione, cercando di trasportare solo l'essenziale lasciando indietro ciò che era ingombrante e privo di valore.

Lui era entusiasta. Abituato a vivere sotto la superficie sin da quando era in fasce, figlio di discendenti della vecchia Thoringrad, aveva conosciuto il mondo solo tramite i racconti dei suoi genitori, tragicamente morti nel crollo di un tunnel sotterraneo durante dei lavori di ampliamento.

La loro morte, avvenuta quando ancora era un bambino, l'aveva spinto a dare sempre il massimo, cercando di realizzare quello che era il loro sogno: tornare a vivere sulla superficie.

Si udì un fischio in lontananza. Le asce si fermarono e diverse persone abbandonarono i campi e si misero sulla via del ritorno. Tra questi, Rasen, così si chiama il nostro protagonista, si asciugò il sudore che gli inumidiva la fronte.

Una figura gli si avvicino alle spalle e parlò:

Spitzkrug - “E' stata dura ma è finita, finalmente. Eh?”

Rasen - “Già. Sono anni che sgobbiamo come dei muli. Ho bisogno di cambiamento, di nuova aria, di nuovi posti. Voglio vedere cose che non ho visto ed esplorare posti che non ho mai visitato. Insomma, mondo, sto arrivando.”

Spitzkrug - “Ehi, non avere fretta. Non sarà tutto così facile. Dovremo dare una mano alla città, almeno per un primo periodo.”

Rasen - “Mi sa che hai ragione.”

Spitzkrug - “Vabbè, io giro qua. Mi raccomando, non scordarti nulla. Ci vediamo domani all'entrata...o dovrei dire uscita? Notte, Rasen.”

Rasen - “Notte, Spitz.”

La partenza era fissata per l'indomani e Rasen non vedeva l'ora di levare le tende.

Basta odore di muffa. Basta oscurità. Basta roccia spigolosa dappertutto.

Quando chiudeva gli occhi, immaginava la brezza marina sfiorare il suo viso e il Grande Mare davanti a lui chiamarlo a se, invitandolo a spingersi verso l'Orizzonte, verso l'ignoto.

Fissò ancora una volta il soffitto e poi chiuse gli occhi.

Quando li riaprì era già l'alba e c'era un gran fracasso.

La gente si muoveva freneticamente per tutto il rifugio, trasportando chi grandi chi piccoli bagagli.

Come al solito era in ritardo. Si sciacquò velocemente il viso con dell'acqua di fonte che aveva nella sua stanza, si vestì frettolosamente e imbracciò tutto il necessario per partire.

Raggiunta l'uscita salutò con un cenno Spitz e si riunì al gruppo a cui era stato assegnato.

La carovana si sarebbe mossa dopo pochi minuti e avrebbe intrapreso un viaggio che avrebbe condotto l'intera colonia nel luogo prefissato, il luogo dove sarebbe nata la neo-città.

Un corno risuonò per tutta la galleria: era il momento di andare.

La grossa folla si mise in fila congiungendosi con i compagni di viaggio e incominciò a muovere i primi passi verso la nuova meta.

Alcuni incaricati rimasero indietro facendo crollare l'ultima galleria, cercando di celare l'accesso all'ormai abbandonato rifugio.

Rasen seguiva il passo, affiancato dal suo amico Spitzkrug.

Quest'ultimo, quando ormai l'entrata del rifugio si perdeva all'orizzonte, rivolto a Rasen:

Spitzkrug - “Finalmente possiamo dire addio a quel fottuto buco, non ne potevo più.”

Rasen - “Già, è arrivato il momento, finalmente.”

Spitzkrug - “Quale momento?”

Rasen - “Il momento di un nuovo inizio.”

E continuarono silenziosamente a seguire la lunga carovana, sospinti dal vento.

/GDR OFF

Bhè, considerando che l'ho scritto dopo una serata passata fuori a bighellonare con la marmaglia devo dire che non mi sembra malaccio.

Ditemi cosa ne pensate.

Vado a letto, va. Sto crollando.

ps. Spitz, ti ho usato. Dovevo pur interagire con qualcuno. D:

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Ma come ti viene in mente di scrivere il GDR alle 5 di mattina? :asd:

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Bho, le sostanze stupefacenti fanno anche quest'effetto :asd:

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Bho, le sostanze stupefacenti fanno anche quest'effetto :asd:

:asd:

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Bello, passami il numero dello spacciatore!

Ti piacerebbe :asd:

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Bello, passami il numero dello spacciatore!

:asd:

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Quanti fattoni. Mi sento a casa.

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Rasen leggi l'inizio del mio gdr...per ora c'è Aleksandr Vestinus, tra due capitoli tocca a Demetrios il Navigatore :asd:

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continuaaaa u.u

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Ma bravo!

P.S: Spaccio in cambio di [+1]

P.P.S: È roba buona!

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Vedo che vi è piaciuto.

Va bene, vedrò di passare dal mio spacciatore di fiducia per un secondo round. :asd:

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Capitolo 2 - Il lavoro è lavoro

Cinque anni dalle fondazione di Navarone.

??? - “Ehi, mi stai ascoltando?”

??? - “Cosa, che, dove.”

??? - “Quanto volte te l'ho detto di non distrarti, Rasen?”

Rasen - “Ma Professor Vestinus, non ce la faccio più. Ormai sono pronto, quando mi porterà con lei sul campo?”

Vestinus - “Non è ancora il momento. Devi essere perfettamente preparato, ne va del mio onore.”

Con uno sbuffo il ragazzo riprese a fissare il libro davanti a lui. Stavano parlando di correnti oceaniche. E pensare che neanche cinque anni prima le sue giornate trascorrevano nei campi, a raccogliere zucche. Adesso, la solita monotonia lo affliggeva, ma sotto forma di carta e scritte.

In cuor suo, sapeva di essere abbastanza preparato da scendere sul campo ma non voleva contraddire il suo precettore, che tanto aveva fatto per renderlo quello che era riuscito, in un modo o nell'altro, a diventare adesso: un uomo di cultura.

Il suo sguardo si posò ancora una volta sulle finestre della stanza e la sua mente riprese a fantasticare. Si immaginava lontano, in un deserto che si perdeva all'orizzonte o su di una montagna che sfiorava le nubi.

Vestinus - “Rasen, ma come devo fare con te? Sei sempre disattento, eppure sei un ottimo studente. Perché non vuoi impegnarti?”

Rasen - “Ah, ma io mi impegno Professore. Soltanto, credo di essermi impegnato abbastanza sui libri. E' ora di impegnarsi in qualcos'altro.”

Il professore lo fissò con fare serio. L'espressione del ragazzo era ironica ma, dentro i suoi occhi, si poteva scorgere una luce, quasi come una fiamma che brilla di luce propria.

Vestinus - “Si, si. Come dici tu. Adesso vai, e non scordarti di terminare il libro che ti ho assegnato l'ultima volta. Ricorda che è di Ulysses, quindi se ti sorge un dubbio puoi sempre chiedere a lui.”

Rasen - “Si, professore. Stia bene.”

Il ragazzo uscì dalla porta. Guardò il cielo limpido e azzurro e prese una grossa boccata d'aria.

L'odore di salsedine contaminava l'aria pura. A Rasen piaceva, abituato ai maleodoranti sbuffi del sottosuolo.

Mise i libri sotto braccio e si mise a camminare per le strade cittadine, in direzione del centro città.

Era incredibile quanti progressi avessero fatto in soli 5 anni. Quello che prima era soltanto un progetto si poteva dire ormai realtà.

Le prime case erano sorte lungo il mare, facendo di Navarone una pittoresca località balneare.

La fondazione della città, inoltre, aveva spinto numerosi Eremiti a spostarsi verso il nuovo centro di influenza e ad insidiarsi come nuovi cittadini.

Quando era ormai prossimo al centro cittadino, Rasen cominciò ad udire una voce familiare.

L'inconfondibile voce risuonava per tutta la piazzola che fungeva da provvisorio centro cittadino.

Qua e là erano disseminati tavoli da lavoro, forni ed attrezzi. Sebbene la città fosse una realtà, il lavoro non era affatto terminato.

Da qualche anno tutti si impegnavano per terminare più velocemente possibile i lavori di ampliamento dei confini cittadini, che avrebbero permesso a tutti di ottenere un appezzamento di terreno e quindi, successivamente, una casa.

La voce continuò a squillare finché Rasen non vide una figura uscire da un cunicolo e materializzarsi davanti a lui.

??? - “Sei in ritardo, lo sai. Io qui sto impazzendo. Dai dammi una mano.

Rasen - “Ti dovresti rilassare una buona volta, sei sempre sulle spine.”

??? - “Ehi, tu non hai le mie responsabilità. Devo stare dietro alla gente, devo amministrare, regolare, aggiustare, riparare, scavare. AHHHHHHHH, sto impazzendo.

Rasen - “Suvvia Goldr, rilassati. Non mi sembri nemmeno tu. Dai, ti do una mano.”

Goldr - “Era ora. Dai, ritorniamo di sotto.”

Rasen - “Nemmeno a Navarone possiamo lavorare all'aria aperta. Che ingiustizia.”

Goldr - “Dai, non fare così. Tempo al tempo ragazzo mio, tempo al tempo.

Rasen - “Spero che sia come dici tu.”

Goldr - “Garantito.”

Goldr tese al ragazzo un'ascia splendente. Rasen lo fissò per qualche interminabile secondo e poi, alzando il braccio, la strinse con la mano e se la portò in spalla.

Rasen - “Coraggio allora, si scende.”

Le voci si persero lungo i cunicoli, inghiottite dalla roccia.

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sono nella storiaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa.

Ricordati che io sono una donna in gdr u.u

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Infatti, se noti, non ho usato termini che definiscono il genere. Aspettavo tue conferme :sisi:

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Mi sento abusato nei gdr, ultimamente :asd:

Comunque bravo, davvero :sisi: credo di essere l'unico fesso che non è capace di mettere su un gdr decente :asd:

PS: comunque se mi nominate nei vostri gdr e volete anche il mio parere, ditemelo.. perchè è difficile che apro una pagina "gdr" :sisi:

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Mi sento abusato nei gdr, ultimamente :asd:

Comunque bravo, davvero :sisi: credo di essere l'unico fesso che non è capace di mettere su un gdr decente :asd:

PS: comunque se mi nominate nei vostri gdr e volete anche il mio parere, ditemelo.. perchè è difficile che apro una pagina "gdr" :sisi:

Penso di odiarti per adesso D:

Appena torni a Navarone ne parliamo :sisi:

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Penso di odiarti per adesso D:

Appena torni a Navarone ne parliamo :sisi:

Scherzavo sul sentirmi abusato, ovviamente :asd:

Ingidierratemi tutto :sisi:

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LOL sono nel tuo gdr :asd:

Per coordinare a livello cronologico il tuo insegnate è Demetrios Vestinus "il navigatore"! È uno studioso, ma anche uomo dalle mirabolanti avventure del tipo Sindibad il pirata :asd:

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