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Vinter

[Niente Più Eroi]Capitolo 3(Pt.1) - I Giochi Sono Finiti

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Dato che il capitolo è uscito veramente lungo ne approfitto per pubblicarne la prima parte che ho già finito di trascrivere. Presumo (e spero) di riuscire a finire completamente il capitolo entro due o tre giorni.

 

E finalmente succede qualcosa nella storia :asd:

 

Capitolo 1 - Capitolo 2 - Drive

 

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[SPOILER]CAPITOLO 3 – I giochi sono finiti

Leena aveva paura. Anzi, quello che lei provava in quel momnto era puro terrore. Si trovava improvvisamente sola, in quella mandria di persone che correvano come cavalli imbizzarriti da una parte all’ altra della città, senza sapere come comportarsi.

Cosa fare? Dove andare?” Ora i principali dubbi esistenziali la toccavano più che mai. Doveva andarsene da lì, e il più in fretta possibile. Oramai il fuoco era visibile anche ad occhio nudp. Tutti i tetti della parte nord della città erano in fiamme e i lapilli provenienti dalle case sembravano uccelli di fuoco che spargevano quella morte rossa in giro.

Ma il problema principale rimanevano i soldati. Uomini vestiti completamente di nero, con degli stivali alti fino al ginocchio e un corpetto di pelle alla vita. Indossavano anche una maschera, nera anche essa, che copriva mezza faccia. La cosa spaventosa però era che pur essendo vestiti in una maniera tanto macabra essi rimanevano completamente anonimi e Leena doveva fare molta fatica per distinguerli tra la folla. Riuscì a contarne almeno dieci, ma immaginava che ce n’erano molti di più che lei non riusciva a vedere.

Alcunti guerrieri neri avevano delle lunghe spade infilate in una fodera che tenevano attaccata alla cintura, altri ce l’ avevano in mano e non esitavano ad usarle. Chiunque si trovasse sul loro cammino veniva brutalmente ucciso. Leena  vide venir decapitata una donna proprio davanti a lei. Il soldato le aveva tagliato la gola con la stessa facilità con cui un coltello puo tagliare del burro.

Leena fu sul punto di vomitare a quella visione. Non aveva mai visto una persona marire davanti a lei, non in questo modo orribile almeno.  “Devo fare subito fare qualcosa. Non posso semplicemente rimanere in questo inferno” pensò. Scavalcando il corpo mutilato della donna la ragazza partì di corsa verso l’ unico posto della città che le sembrava sicuro.

Ci mise meno di cinque minuti ad arrivare alla casa del meastro. Nel pezzo di strada che collegava il mercato con l’ abitazione di Rodrek , Leena vide scene che le sarebbero rimaste nella mente per il resto della sua vita: bambini che venivano separati dalle proprie madri per poi essere uccisi davanti a loro, uomini che cercavano di resistere agli opressori con delle armi improvvisate purtroppo senza risultati. Le strade della città erano ormai disseminate di cadaveri.

Leena bussò violentemente alla porta della casa di Rodrek

<<Ah, maledizione... APRI! Sono io, Leena>> urlò.

Finalmente la porta venne aperta di scatto e Leena precipitò rovinosamente dentro l’ abitazione. Il maestro chiuse a chiave la porta subito dietro di lei.

<<Stai bene ragazzina? Cosa sta succedendo la fuori?>> si informò il mercante

<<È un massacro... È un massacro... Corpi... Sangue... L’ avevo detto maledizione! L’ avevo detto!>> La ragazza cercò di alzarsi da terra,  ma la testa prese violentemente a girarle e si ritrovò nuovamente per terra.

<<Si, hai ragione. L’ avevi detto e mi scuso per non averti creduto prima, ma questo non mi sembra esattamente il momento di discuterne. Metti un secondo da parte l’ orgoglio e spiegami meglio cosa sta succedendo fuori.>>

<<Si, ha ragione, mi dispiace... Comunque le strade sono un inferno>> Leena era ancora sconvolta. <<Sono scoppiati degli incendi nel Rione delle Baracche, a nord della città. Si stanno propagando in fretta, ma il Fiume di Cristallo dovrebbe fermarlo. Il problema principale invece sono i guerrieri neri.>>

<<Guerrieri neri?>>

<<Si, io li ho chiamati così>> Leena finalmente era riuscita ad alzarsi e si era seduta su una sedia che Rodrek le aveva posto. <<Sono dei soldati vestiti completamente di nero, con una maschera sulla faccia. Uccidono chiunque: donne, bambini, uomini. A loro non interessa chi sei. Oddio, ho visto cose terribili>>

Nel ricordare quelle scene la ragazza su accasciò sul pavimento e si liberò del peso che la opprimeva vomitando i resti della mela mangiata quella mattina.

<<M- mi d-dispiace. Non avevo intenzione di sporcare>> mormorò Leena. Il sapore acido della bile le rendeva difficile parlare.

<<Non ti preoccupare. Pensiamo piuttosto a cosa fare ora>>

Il sottofondo di persone che urlavano rendeva ancora più tragica la situazione.

<<Dobbiamo trovare un modo per scappare dalla città. Non possiamo nemmeno pensare di rimanere quì.>> disse Rodrek

<<Questo, mi sembra ovvio, ma da dove possiamo uscire?  Tutte le porte saranno sorvegliate.>>

Il maestro di Leena si passò la mano tra i suoi capelli marroni.

<<Presumo che il Fiume di Cristallo sia la nostra unica possibilità. Il porto non dovrebbe essere controllato quanto le mura. Potremmo provare a scappare a nuoto.>>

Leena esaminò tutti i pregi e i difetti di quel piano. C’erano troppe incognite. “E se il fiume fosse invece sotto controllo? E se l’ incendio fosse già arrivato li? I cancelli sarebbero stati ovviamente chiusi, ma una persona avrebbe potuto aprirli. Purtroppo sarebbe stato quasi impossibile aprirli rimanendo sotto il tiro degli arcieri.”

<<E un piano troppo azzardato>> disse la ragazza <<ma sicuramente l’ unica alternativa sarebbe rimanere qui a morire. Non abbiamo scelta, hai ragione.>>

Non presero nulla dalla casa del maestro sapendo che qualsiasi cosa li avrebbe rallentati. Quando uscirono dalla casa videro un massacro nella strada. Erano preparati a qualcosa del genere, ma rimasero comunque traumatizzati dall’ esterno. La via era affogata nel sangue dei Rhadani. La battaglia, fortunatamente, si era spostata più a est, verso il Parco Grande, ma le urla di sofferenza ancora imperversavano nelle stradine. Il puzzo di sangue e carne era insopportabile.

Leena vide un piede che quasi galleggiava in una gigantesca pozza di quel licquido maledetto. Per fortuna non le rimaneva più niente da vomitare.

Si mossero il più silenziosamente possibile mentre si incamminavano verso il Fiume di Cristallo che si trovava a circa un miglio e mezzo da li quindi non sarebbe stata una passeggiata arrivarci. L’ unica persona che incontrarono  oltre a tutti quei cadaveri era una donna che veniva stuprata da uno dei guerrieri in un vicolo.

Decisero di non intrvenire e sgattaiolarono via silenziosamente. Non potevano permettersi di rischiare la propria vita per una persona che nemmeno conoscevano. Qualche minuto più tardi urla di dolore più forti delle altre rieccheggiarono nella città. Erano urla femminili.

Quando arrivarono al fiume ogni loro speranza svanì. Una ventina di arcieri stava sorvegliando l’ acqua ormai tinta di rosso pallido a causa dei recenti massacri. Il cancello del porto era ovviamente chiuso. L’ attacco a Rhados era stato pianificato meglio di quanto avessero creduto. Il fuoco inoltre era quasi arrivato a contatto con il fiume. Mille settecento piedi si e no superavano l’ ansa sinistra e le case in fiamme. Il calore era asfissiante e il velo di fumo rendeva difficile respirare. Gli arcieri, infati, erano pronti a gettarsi in acqua in qualsiasi momento, ma per ora resistevano eroicamente.

Leena e Rodrek si nascosero dietro un barile di pesce e osservarono la scena. Gli arcieri si trovavano tutti su un rialzo della strada per vedere meglio la zona circostante. Tra gli edifici portuari della riva sinistra invece c’era un viavai di uomini in nero. Loro due non sarebbero riusciti a passare di li.

<<E ora?>> sussurrò Leena

<<Ed ora possiamo considerarci morti se non facciamo qualcosa!>> ringhiò Rodrek. <<Ah, accidenti, scusami. Non avevo intenzione di urlarti contro>>

<<Non si preoccupi. Piuttosto... Non sarebbe possibile aprire i cancelli anche con tutte queste guardie?>>

<<Certo che è possibile. Basterebbe rendersi invisibili, passare in mezzo alle guardie  e agli arcieri ed entrare nelle stanze adiacenti alle grate. Poi li bisognerebbe smuovere gli argani in contemporanea con un altra persona che dovrebbe essere sulla parte opposta del fiume.  Una cosa da nulla>> cercò di ironizzare il maestro <<Ah, si. Non dimentichiamoci che qualcuno dovrebbe attraversare a nuoto il fiume>>

<<E cosa proponi allora?>> Leena non era in vena di scherzi

<<Non lo so... Non lo so davvero... Mi dispiace>>

La ragazza osservò nuovamente il porto. Ogni istante che passava le rubava una parte di quella speranza che le era ancora rimasta quasi fosse un ladro. Però una cosa sul molo catturò la sua attenzione. Qualcosa che prima non aveva visto. Tre barche a remi erano appoggiate contro il muro di un capanno vicino all’ acqua. Guardò anche il fuoco che si stava avvicinando sempre di più. Era un’ idea azzardata. Molto azzardata, ma avrebbe potuto funzionare.[/spoiler]

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