Vai al contenuto
Il server del mese è
Visita la nostra nuova lista server!

Archiviato

Questa discussione è archiviata e chiusa a future risposte.

GhostClegane

La Kyenge Denuncia Gli Scacchi

Recommended Posts

Ed invece lo è, secondo la matematica.


Non è dimostrato.


Comunque a parità di abilità ed intelligenza, vince comunque il bianco... :asd:


Come determini la parità di abilità?

Ciao
Ian

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Non è dimostrato.



Come determini la parità di abilità?

Ciao
Ian

Se non arrivo al cvd o al (15) è assurdo io ormai non credo piú a nulla

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Come determini la parità di abilità?

Ciao
Ian

 

 

Mettiamo che i due giocatori, per assurdo, conoscano lo stesso range di mosse e riescano a ragionare allo stesso modo. Entrambi riconosceranno la tattica dell'altro, e, inevitabilmente, l'unico vero vantaggio della partita sarà quello di aver mosso per primo, perché giochi di anticipo. La partità potrà quindi, praticamente, concludersi solo in parità o vittoria bianca, se non è presente errore umano.

 

Ora, non voglio dire che chi gioca con il nero parte svantaggiato, al contrario. Le combinazioni agli scacchi sono immense ed incalcolabili, e su questo giocano le tattiche che si usano partendo con il nero. Alla fine, quasi tutti gli schemi che conosco io con il nero hanno lo scopo di "far perdere" una mossa al bianco, per riprendere il vantaggio.

La formulo ancora meglio: Se due supercomputer con in memoria tutte le combinazioni degli scacchi ed una capacità di scelta delle mosse perfetta, si affrontassero, finirebbe sempre sicuremente o patta o vittoria bianca.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Non è dimostrato.

 

Non è neanche dimostrato che tutti i corvi siano neri, perché non è rilevante dimostrarlo.

È piuttosto considerato significativo che il bianco ha vantaggio per il semplice fatto che in generale il bianco perde molto di meno di quanto non perda il nero. Anche se tale prova può non apparire razionalmente convincente, è invece la prova più convincente in assoluto, perché la logica potrebbe piuttosto apparire fallace, oscura, o eccessivamente dipendente dalle assunzioni, laddove 200 anni di raccolta di informazioni deliniano un quadro della situazione chiaro e completo per tutti, anche per i profani.

 

La mia personale interpretazione istintiva di questo fenomeno io la avrei ma è una palla spiegarla.
 

Mettiamo che i due giocatori, per assurdo, conoscano lo stesso range di mosse e riescano a ragionare allo stesso modo. Entrambi riconosceranno la tattica dell'altro, e, inevitabilmente, l'unico vero vantaggio della partita sarà quello di aver mosso per primo, perché giochi di anticipo. La partità potrà quindi, praticamente, concludersi solo in parità o vittoria bianca, se non è presente errore umano.

 

Ora, non voglio dire che chi gioca con il nero parte svantaggiato, al contrario. Le combinazioni agli scacchi sono immense ed incalcolabili, e su questo giocano le tattiche che si usano partendo con il nero. Alla fine, quasi tutti gli schemi che conosco io con il nero hanno lo scopo di "far perdere" una mossa al bianco, per riprendere il vantaggio.

La formulo ancora meglio: Se due supercomputer con in memoria tutte le combinazioni degli scacchi ed una capacità di scelta delle mosse perfetta, si affrontassero, finirebbe sempre sicuremente o patta o vittoria bianca.

 

 

Questo però non è possibile, perché è una situazione paradossale. Non si può conoscersi a vicenda le mosse tra avversari, perché questo fatto cambierebbe lo stato del mondo sino al raggiungimento di un equilibrio ottimo per entrambi. L'equilibrio ottimo per entrambi non è contemplato nel gioco degli scacchi, giacché non esistono situazioni che non inducono almeno una delle due parti a perdere, ed una partita giocata con la coscienza di pareggiarla non sarebbe più un gioco, ma una mera esibizione meccanica.

Due supercomputer per come tu li avresti considerati, sono un buon esempio di quello che cerco di dire. Non cercherebbero nemmeno di risolvere una sequela di scelte strategiche, sarebbero piuttosto un unico individuo o un unico sistema logico che opera una sequenza di meccaniche con la sola finalità di porle in essere.

 

Esiste invece una definizione così chiara e così semplice di giocatori pari in abilità: "Due giocatori a cui è stato correttamente attribuito lo stesso punteggio Elo sono due giocatori di abilità pari".

Quest'ultima definizione è perfettamente coerente con tutta la visione psicologica-dinamica del gioco, che invece parrebbe premiare il nero per motivi che mi secco ad elencare.

 

Nota: Jay Kenton fa cagare a scacchi. Esiste una spiegazione pure per questo, comunque.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Mettiamo che i due giocatori, per assurdo, conoscano lo stesso range di mosse e riescano a ragionare allo stesso modo. Entrambi riconosceranno la tattica dell'altro, e, inevitabilmente, l'unico vero vantaggio della partita sarà quello di aver mosso per primo, perché giochi di anticipo. La partità potrà quindi, praticamente, concludersi solo in parità o vittoria bianca, se non è presente errore umano.


Non è comunque dimostrato. Magari il poter adattare la propria mossa alla prima dell'avversario porta a situazioni vincenti per il nero. E in ogni caso, Jay dice che è vantaggioso, mentre può benissimo essere indifferente.
 
 

Non è neanche dimostrato che tutti i corvi siano neri, perché non è rilevante dimostrarlo.
È piuttosto considerato significativo che il bianco ha vantaggio per il semplice fatto che in generale il bianco perde molto di meno di quanto non perda il nero. Anche se tale prova può non apparire razionalmente convincente, è invece la prova più convincente in assoluto, perché la logica potrebbe piuttosto apparire fallace, oscura, o eccessivamente dipendente dalle assunzioni, laddove 200 anni di raccolta di informazioni deliniano un quadro della situazione chiaro e completo per tutti, anche per i profani.

 
Allora al limite è statisticamente dimostrato, non matematicamente.


Esiste invece una definizione così chiara e così semplice di giocatori pari in abilità: "Due giocatori a cui è stato correttamente attribuito lo stesso punteggio Elo sono due giocatori di abilità pari".


Ma se uno schieramento è avvantaggiato come fa l'attribuzione del punteggio ad essere corretta?

Ciao
Ian

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Allora al limite è statisticamente dimostrato, non matematicamente.

 

Non ho mai detto che è matematicamente dimostrato, infatti.

 

Ma se uno schieramento è avvantaggiato come fa l'attribuzione del punteggio ad essere corretta?

 

È corretta...in quanto corretta. Il sistema Elo non è unitario, ci sono diverse classificazioni sia in ambiti nazionali, che in ambiti internazionali. In alcuni casi, il coefficente del bianco viene impiegato nella correzione della stima. In ambito internazionale, comunque, la cosa è risolta in maniera assai più semplice. Le sfide infatti si compongono di X partite dispari, ma per vincere è necessario che si raggiunga un margine di almeno 2 vittorie sull'avversario. Alternativamente si continua a giocare partita sino al raggiungimento o alla resa. In questo modo si gioca sempre un numero pari di partite, oppure dispari ma solo nel caso che il numero di patte sia dispari.

 

Ciò è contemplato per le fasi finali dei grandi tornei. Per le fasi minori di solita si rispetta il Best of X comprensivo di patte, ma considerando che la scelta del lato è attribuita al caso, il sistema si autoequilibria da solo nel lungo periodo.

 

L'altro problema è piuttosto la "fuga dell'Elo", cioé che col passare del tempo l'Elo sembra essere assoggettato sia a dispersione statistica, che a movimenti di inflazione (quando aumenta l'afflusso dei nuovi giocatori) e deflazione (quando i vecchi si ritirano); per questo motivo solitamente laddove è agevole si utilizzano sistemi di Elo a quantità fissa o scaglioni.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Ospite

Non sono un esperto di "scacchi fra computer", ma far giocare due computer (o meglio, lo stesso. Gioca contro se stesso) per migliaia di volte e vedere chi vince? Non si avrà la certezza matematica, ma quella statistica.

 

Cmq, io so che esistono aperture dove il nero è avvantaggiato, anche perché il bianco deve mostrare il gioco per primo..

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Cmq, io so che esistono aperture dove il nero è avvantaggiato, anche perché il bianco deve mostrare il gioco per primo.

 

In merito agisce quella che viene comunemente chiamata Competizione alla Stackelberg, in cui la partita perfetta la vince il follower perché risponde colpo su colpo alle mosse del leader.

 

Io intuitivamente posso dimostrare che sugli scacchi non esiste una competizione di Stackelberg, per la natura del capitale di gioco, che è sempre e solo decrescente.

 

Ipotesi 1:

 

Un gioco le cui meccaniche sono: Tu ed il tuo avversario avete X pedine. Non è possibile aumentare qusta disponbilità, ma e possibile diminuirla. La vittoria nel gioco si consegue con l'evento "Scacco Matto".

In una situazione di partita perfetta in cui i giocatori dimostrano una assoluta partità di concezione strategica e distributiva delle messe, ogni turno il giocatore hai una probabilità di distruggere massimo una pedina avversaria, probabilità che risulta dipendente positivamente da:

 

1 Quantità di pedine che gli sono rimaste.

2 Quantità di pedine rimaste nei turni precedenti, cumulate.

 

e negativamente dal numero di turni passati.

 

Ogni turno di gioco vi è la probabilità che si verifichi l'evento "Scacco Matto", che è dipendente positivamente dal numero di turni passati e dipendente negativamente dal numero di pedine rimaste in possesso a chi tocca il turono.

 

Il leader ha una possibilità (teorica) di distruggere la prima pedina avversaria, dando inizio al cosiddetto "Effetto palla di neve". Ogni pedina altrui distrutta infatti produce un effetto duplice: diminuisce la probabilità che le proprie pedine vengano distrutte e diminuisce le probabilità che l'evento Scacco Matto si verifichi nel turno avversario. A sua volta, la diminuita probabilità che le proprie pedine vengano distrutte aumenta le probabilità che nel proprio turno si verifichi l'evento Scacco Matto.

 

Ipotesi 2:

 

Un gioco le cui meccaniche sono: I giocatori iniziano con 0 pedine. Ogni turno si opera una scelta: aumentare di 1 le pedine, oppure tentare di sottrare una pedina all'avversario. La vittoria nel gioco si consegue dopo un limite di turni pari. La condizione di vittoria è avere più pedine.

 

In una situazione di partita perfetta il tentativo di sottrazione ha una probabilità di riuscita è pari al 50% perché la capacità strategica è pari, e non dipende dalla quantità del capitale altrui, come nell'ipotesi 1.

 

In questo caso il vantaggio è del follower, perché il leader ha una sola opzione: aumentare di 1 le proprie pedine. Il follower invece avrà sempre convenienza a tentare di rubare le pedine del leader, perché il limite di turni è pari, ed il follower perderà la possibilità del tentativo di rubare la pedina nell'ultimo turno.

 

L'ipotesi 1 spiegherebbe la situazione di vantaggio del bianco, o leader, tipica degli scacchi, l'ipotesi 2 la situazione di vantaggio del nero, o follower, tipica di altri giochi.

In entrambe le ipotesi il vantaggio è minimo.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Ospite

In merito agisce quella che viene comunemente chiamata Competizione alla Stackelberg, in cui la partita perfetta la vince il follower perché risponde colpo su colpo alle mosse del leader.

 

Io intuitivamente posso dimostrare che sugli scacchi non esiste una competizione di Stackelberg, per la natura del capitale di gioco, che è sempre e solo decrescente.

 

Ipotesi 1:

 

Un gioco le cui meccaniche sono: Tu ed il tuo avversario avete X pedine. Non è possibile aumentare qusta disponbilità, ma e possibile diminuirla. La vittoria nel gioco si consegue con l'evento "Scacco Matto".

In una situazione di partita perfetta in cui i giocatori dimostrano una assoluta partità di concezione strategica e distributiva delle messe, ogni turno il giocatore hai una probabilità di distruggere massimo una pedina avversaria, probabilità che risulta dipendente positivamente da:

 

1 Quantità di pedine che gli sono rimaste.

2 Quantità di pedine rimaste nei turni precedenti, cumulate.

 

e negativamente dal numero di turni passati.

 

Ogni turno di gioco vi è la probabilità che si verifichi l'evento "Scacco Matto", che è dipendente positivamente dal numero di turni passati e dipendente negativamente dal numero di pedine rimaste in possesso a chi tocca il turono.

 

Il leader ha una possibilità (teorica) di distruggere la prima pedina avversaria, dando inizio al cosiddetto "Effetto palla di neve". Ogni pedina altrui distrutta infatti produce un effetto duplice: diminuisce la probabilità che le proprie pedine vengano distrutte e diminuisce le probabilità che l'evento Scacco Matto si verifichi nel turno avversario. A sua volta, la diminuita probabilità che le proprie pedine vengano distrutte aumenta le probabilità che nel proprio turno si verifichi l'evento Scacco Matto.

 

Ipotesi 2:

 

Un gioco le cui meccaniche sono: I giocatori iniziano con 0 pedine. Ogni turno si opera una scelta: aumentare di 1 le pedine, oppure tentare di sottrare una pedina all'avversario. La vittoria nel gioco si consegue dopo un limite di turni pari. La condizione di vittoria è avere più pedine.

 

In una situazione di partita perfetta il tentativo di sottrazione ha una probabilità di riuscita è pari al 50% perché la capacità strategica è pari, e non dipende dalla quantità del capitale altrui, come nell'ipotesi 1.

 

In questo caso il vantaggio è del follower, perché il leader ha una sola opzione: aumentare di 1 le proprie pedine. Il follower invece avrà sempre convenienza a tentare di rubare le pedine del leader, perché il limite di turni è pari, ed il follower perderà la possibilità del tentativo di rubare la pedina nell'ultimo turno.

 

L'ipotesi 1 spiegherebbe la situazione di vantaggio del bianco, o leader, tipica degli scacchi, l'ipotesi 2 la situazione di vantaggio del nero, o follower, tipica di altri giochi.

In entrambe le ipotesi il vantaggio è minimo.

 

:ahsisi:

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

ditemi se è giusto ridurre in questo modo un normale topic floddoso... vergogna!

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Non ho mai detto che è matematicamente dimostrato, infatti.


Devo aver frainteso il "secondo la matematica". Cosa intendevi?
 
Ciao
Ian

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

×
×
  • Crea Nuovo...

Important Information

We have placed cookies on your device to help make this website better. You can adjust your cookie settings, otherwise we'll assume you're okay to continue.