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JayKenton

Natura E Contro-Natura

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Preso da un altra discussione. Li non ha senso parlare di Natura e Contronatura, è solo controproducente, ergo, nuovo topic.

 

Discussione antichissima, già i Greci discutevano su ste robe. Ci sono sempre state 2 correnti, la prima, Umanista, che vuole l'uomo come animale, assoggettato a leggi empiriche, misurabili etc etc etc a cui non solo DEVE uniformarsi, ma alla lunga NON PUO' fare altrimenti. Aristotele, l'uomo animale sociale blah blah.

La seconda, Trans-Umanista o più semplicemente Razionalista, rifiuta l'idea che l'uomo sia assimilabile alla Natura, vuole che l'uomo agisca contro la natura ed assuma comportamenti più, appunto, razionali.

Platone, mondo delle idee blah blah

 

Nel Medioevo e nell'Epoca Moderna (1600) le due correnti si scontrano ancora nella teologia cristiana e poi nelle guerre di religione.

Qui entra molto in ballo la concezione della Natura. Secondo i primi pensatori cristiani la Natura è una creazione del demonio, una continua tentazione da cui l'uomo, tramite la Razione, deve sfuggire per trascendere. Poi l'opera di San Tommaso riprende Aristotele, getta le basi di una nuova comprensione del mondo naturale, finché non si formalizza l'idea che la Natura rispecchi la volontà di Dio e sia peccato discostarsene.

Nel 1600 si parla d'anima: i protestanti parlando di come non ci si possa sottrarre alla natura della propria anima (nota: i protestanti non accettano il sacramento della confessione), i gesuiti invece predicano che l'opera dell'uomo dev'essere finalizzata al comportamento virtuoso e che la volontà sia determinante nella condotta umana (nota: come ben risaputo i cattolici si confessano).

 

Il conflitto infine si sposta sino al 1900.

Il dirigismo economico e lo stato autoritario assecondano principi di eguaglianza e comunione forzosa tra gli uomini; alcuni portano avanti l'idea che "la razza", "il sangue" sia il discriminante del comportamento (virtuoso o meno) dell'uomo. Contestualmente, un nuovo pensiero individualista reagisce contro queste concezioni estreme sino però a sfociare nella cosiddetta etica del "vietato vietare", dove tutto è concesso, anche laddove ciò possa comportare gravi danni (ad es. ambientali).

 

 

Il dibattito verte riguardo la definizione di "Natura".

Molti di voi pensano al concetto di Natura come quello di una sorte di volontà intelligente femminile, magari con fattezze giunoniche ed un look assimilabile a quello delle amiche di Snipperworm.

Il che, chiaramente, è una stupidaggine da lasciar credere ai neopagani.

 

Natura è la parola che traduce il greco Physis, da cui deriva il ben più scientifico "Fisica". Ma è un concetto filosofico che si riferisce al "Comportamento naturale delle cose". (per questo si parla di FIsica dei Gravi, ad esempio.)

 

Quindi chi è pro-Natura ammette che ci sia un comportamento naturale delle persone e che nel lungo periodo la massa si conformerà a quel comportamento. Chi è contro-Natura, o non accetta proprio che questo comportamento generale esista, oppure se ne accetta l'esistenza, ma rifiuta di omologarsene.

 

A voi la parola.

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Preso da un altra discussione. Li non ha senso parlare di Natura e Contronatura, è solo controproducente, ergo, nuovo topic.

 

Discussione antichissima, già i Greci discutevano su ste robe. Ci sono sempre state 2 correnti, la prima, Umanista, che vuole l'uomo come animale, assoggettato a leggi empiriche, misurabili etc etc etc a cui non solo DEVE uniformarsi, ma alla lunga NON PUO' fare altrimenti. Aristotele, l'uomo animale sociale blah blah.

La seconda, Trans-Umanista o più semplicemente Razionalista, rifiuta l'idea che l'uomo sia assimilabile alla Natura, vuole che l'uomo agisca contro la natura ed assuma comportamenti più, appunto, razionali.

Platone, mondo delle idee blah blah

 

Nel Medioevo e nell'Epoca Moderna (1600) le due correnti si scontrano ancora nella teologia cristiana e poi nelle guerre di religione.

Qui entra molto in ballo la concezione della Natura. Secondo i primi pensatori cristiani la Natura è una creazione del demonio, una continua tentazione da cui l'uomo, tramite la Razione, deve sfuggire per trascendere. Poi l'opera di San Tommaso riprende Aristotele, getta le basi di una nuova comprensione del mondo naturale, finché non si formalizza l'idea che la Natura rispecchi la volontà di Dio e sia peccato discostarsene.

Nel 1600 si parla d'anima: i protestanti parlando di come non ci si possa sottrarre alla natura della propria anima (nota: i protestanti non accettano il sacramento della confessione), i gesuiti invece predicano che l'opera dell'uomo dev'essere finalizzata al comportamento virtuoso e che la volontà sia determinante nella condotta umana (nota: come ben risaputo i cattolici si confessano).

 

Il conflitto infine si sposta sino al 1900.

Il dirigismo economico e lo stato autoritario assecondano principi di eguaglianza e comunione forzosa tra gli uomini; alcuni portano avanti l'idea che "la razza", "il sangue" sia il discriminante del comportamento (virtuoso o meno) dell'uomo. Contestualmente, un nuovo pensiero individualista reagisce contro queste concezioni estreme sino però a sfociare nella cosiddetta etica del "vietato vietare", dove tutto è concesso, anche laddove ciò possa comportare gravi danni (ad es. ambientali).

 

 

Il dibattito verte riguardo la definizione di "Natura".

Molti di voi pensano al concetto di Natura come quello di una sorte di volontà intelligente femminile, magari con fattezze giunoniche ed un look assimilabile a quello delle amiche di Snipperworm.

Il che, chiaramente, è una stupidaggine da lasciar credere ai neopagani.

 

Natura è la parola che traduce il greco Physis, da cui deriva il ben più scientifico "Fisica". Ma è un concetto filosofico che si riferisce al "Comportamento naturale delle cose". (per questo si parla di FIsica dei Gravi, ad esempio.)

 

Quindi chi è pro-Natura ammette che ci sia un comportamento naturale delle persone e che nel lungo periodo la massa si conformerà a quel comportamento. Chi è contro-Natura, o non accetta proprio che questo comportamento generale esista, oppure se ne accetta l'esistenza, ma rifiuta di omologarsene.

 

A voi la parola.

 

Quindi sei un sofista?

 

Comunque direi questa mia sottospecie di definizione.

 

Composizione o costituzione basilare di qualcosa; modo di essere di persone o cose. Può riferirsi a ciò che si è per nascita, come pure alle caratteristiche ereditarie unite agli usi e costumi di un luogo. I traduttori in genere rendono il sostantivo greco fỳsis e l’aggettivo fysikòs rispettivamente “natura” e “naturale”.
 

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Preso da un altra discussione. Li non ha senso parlare di Natura e Contronatura, è solo controproducente, ergo, nuovo topic.

 

Discussione antichissima, già i Greci discutevano su ste robe. Ci sono sempre state 2 correnti, la prima, Umanista, che vuole l'uomo come animale, assoggettato a leggi empiriche, misurabili etc etc etc a cui non solo DEVE uniformarsi, ma alla lunga NON PUO' fare altrimenti. Aristotele, l'uomo animale sociale blah blah.

La seconda, Trans-Umanista o più semplicemente Razionalista, rifiuta l'idea che l'uomo sia assimilabile alla Natura, vuole che l'uomo agisca contro la natura ed assuma comportamenti più, appunto, razionali.

Platone, mondo delle idee blah blah

 

Nel Medioevo e nell'Epoca Moderna (1600) le due correnti si scontrano ancora nella teologia cristiana e poi nelle guerre di religione.

Qui entra molto in ballo la concezione della Natura. Secondo i primi pensatori cristiani la Natura è una creazione del demonio, una continua tentazione da cui l'uomo, tramite la Razione, deve sfuggire per trascendere. Poi l'opera di San Tommaso riprende Aristotele, getta le basi di una nuova comprensione del mondo naturale, finché non si formalizza l'idea che la Natura rispecchi la volontà di Dio e sia peccato discostarsene.

Nel 1600 si parla d'anima: i protestanti parlando di come non ci si possa sottrarre alla natura della propria anima (nota: i protestanti non accettano il sacramento della confessione), i gesuiti invece predicano che l'opera dell'uomo dev'essere finalizzata al comportamento virtuoso e che la volontà sia determinante nella condotta umana (nota: come ben risaputo i cattolici si confessano).

 

Il conflitto infine si sposta sino al 1900.

Il dirigismo economico e lo stato autoritario assecondano principi di eguaglianza e comunione forzosa tra gli uomini; alcuni portano avanti l'idea che "la razza", "il sangue" sia il discriminante del comportamento (virtuoso o meno) dell'uomo. Contestualmente, un nuovo pensiero individualista reagisce contro queste concezioni estreme sino però a sfociare nella cosiddetta etica del "vietato vietare", dove tutto è concesso, anche laddove ciò possa comportare gravi danni (ad es. ambientali).

 

 

Il dibattito verte riguardo la definizione di "Natura".

Molti di voi pensano al concetto di Natura come quello di una sorte di volontà intelligente femminile, magari con fattezze giunoniche ed un look assimilabile a quello delle amiche di Snipperworm.

Il che, chiaramente, è una stupidaggine da lasciar credere ai neopagani.

 

Natura è la parola che traduce il greco Physis, da cui deriva il ben più scientifico "Fisica". Ma è un concetto filosofico che si riferisce al "Comportamento naturale delle cose". (per questo si parla di FIsica dei Gravi, ad esempio.)

 

Quindi chi è pro-Natura ammette che ci sia un comportamento naturale delle persone e che nel lungo periodo la massa si conformerà a quel comportamento. Chi è contro-Natura, o non accetta proprio che questo comportamento generale esista, oppure se ne accetta l'esistenza, ma rifiuta di omologarsene.

 

A voi la parola.

Topic molto interessante. La mia opinione da niubbo sull'argomento è che tutte le pippe sulle quale l'uomo sia diverso, sia più ficco delle altre specie sia dovuto semplicemente al fatto che è la nostra specie. Pertando dato che secondo me è conveniente vederci in quest'ottica trovo che sia abbastanza stupido pretendere che l'uomo segua la natura "physis" dato che secondo me non riusciamo a capire come sia fatta essa.

Decidi tu dove catalogarmi, non ne ho la più pallida idea e questo topic affronta delle tematiche alle quali non ho praticamente mai pensato

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L'uomo non è un animale e non và neanche lontanamente accostato ad esso.

O meglio, l'uomo era un animale, è come dire ad uno altro 2 metri che un tempo era bassissimo "ma sei bassissimo!"

Un tempo si era quel che si era, ma il tempo passa e le cose cambiano. (e le persone pure, ma questa, signori, è un' altra storia)

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Uno degli errori più comuni è la monodimensionalità.

 

Faccio un esempio, se molte persone a cui piace il giallo, piace anche un ambiente caldo, ed a molte persone a cui piace il blu, piace anche un ambiente freddo, non è vero che a tutti quelli a cui piace il giallo non possa piacere il freddo.

 

Intendo dire che non è perché i nazisti credevano che la natura dell'uomo fosse precisa, puntuale, prevedibile e ben scandita a seconda della discendenza razziale, vuol dire che chi crede che non bisogna discostarsi dallo stato naturale delle cose sia anche un nazista o un razzista.

 

Non solo.

 

Non è detto che chi sia favorevole ad esempio ad uno sviluppo armonico o naturale in certi campi non possa essere totalmente a favore di un sistema di coercizione in un altro.

 

Non solo. Non è neanche detto che queste siano categorizazioni troppo generali e che un sistema per essere efficente dovrebbe integrare entrambe le filosofie. Si la filosofia dell'equilibrio (Natura) che la filosofia dell'eccesso (Contro-Natura).

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L'uomo non è un animale e non và neanche lontanamente accostato ad esso.

O meglio, l'uomo era un animale, è come dire ad uno altro 2 metri che un tempo era bassissimo "ma sei bassissimo!"

Un tempo si era quel che si era, ma il tempo passa e le cose cambiano. (e le persone pure, ma questa, signori, è un' altra storia)

 

Intendi animale in senso biologico o mentale?

 

Cmq, per me la "natura" non esiste. Al massimo, esiste la natura nel vero significato del termine, cioè "Flora e Fauna"

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esiste la natura nel vero significato del termine, cioè "Flora e Fauna"

 

Dovrai tuttavia concordare che si verificano dei fenomeni statistici molto peculiari.

 

Ti faccio un esempio facilissimo da comprendere: le elezioni.

 

Se dai sufficiente tempo ai politici per condurre una campagna elettorale, le elezioni finiranno quasi sempre per finire con risultati tra il 40% ed il 60%.

 

Non succede mai che un candidato raggiunga meno del 40%, ma siamo più specifici, quasi sempre si raggiunge almeno il 45%. È un comportamento molto indicativo perché nel caso di vittoria con, diciamo, il 53%, vuol dire che c'è un 6% della popolazione che è decisivo nella votazione. Quel 6% è colui che sta comandando.

 

Ovviamente tu potresti dirmi: ma Jay, è chiaro che uno che non ha speranze nemmeno partecipa sul serio! Partecipa per vincere solo chi pensa sul serio di poter vincere, così si spiegherebbe perché si verifica questo fenomeno.

 

Bene, se hai appena pensato ciò, hai appena negato la tua ultima proposizione. Abbiamo inquadrato uno degli aspetti della natura umana: spesso si decide di non competere fino in fondo quando si percepisce di avere qualcuno pronto ad appoggiarti...avere le spalle coperte...una solida base.

 

Sembra quindi un meccanismo naturale, che prescinde le naturali disposizioni personali.

 

Qui c'è la controdimostrazione: ma in verità c'è chi compete solo per il gusto di competere, solo che non vince.

 

Da cui però si ricava ancora una volta una legge naturale: chi compete solo per il gusto di comeptere senza preoccuparsi di allenarsi o avere delle basi, è destinato a perdere.

 

E si può continuare così all'infinito.

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Ospite

Dovrai tuttavia concordare che si verificano dei fenomeni statistici molto peculiari.

 

Ti faccio un esempio facilissimo da comprendere: le elezioni.

 

Se dai sufficiente tempo ai politici per condurre una campagna elettorale, le elezioni finiranno quasi sempre per finire con risultati tra il 40% ed il 60%.

 

Non succede mai che un candidato raggiunga meno del 40%, ma siamo più specifici, quasi sempre si raggiunge almeno il 45%. È un comportamento molto indicativo perché nel caso di vittoria con, diciamo, il 53%, vuol dire che c'è un 6% della popolazione che è decisivo nella votazione. Quel 6% è colui che sta comandando.

 

Ovviamente tu potresti dirmi: ma Jay, è chiaro che uno che non ha speranze nemmeno partecipa sul serio! Partecipa per vincere solo chi pensa sul serio di poter vincere, così si spiegherebbe perché si verifica questo fenomeno.

 

Bene, se hai appena pensato ciò, hai appena negato la tua ultima proposizione. Abbiamo inquadrato uno degli aspetti della natura umana: spesso si decide di non competere fino in fondo quando si percepisce di avere qualcuno pronto ad appoggiarti...avere le spalle coperte...una solida base.

 

Sembra quindi un meccanismo naturale, che prescinde le naturali disposizioni personali.

 

Qui c'è la controdimostrazione: ma in verità c'è chi compete solo per il gusto di competere, solo che non vince.

 

Da cui però si ricava ancora una volta una legge naturale: chi compete solo per il gusto di comeptere senza preoccuparsi di allenarsi o avere delle basi, è destinato a perdere.

 

E si può continuare così all'infinito.

 

Ognuno è diverso, secondo me. Non si può parlare di "natura umana", perché esisteranno sempre eccezioni. Ad esempio, uno potrebbe competere solo per competere, ma si allena e rinuncia alla fine alla "carica", una volta vinta la gara. Poi è ovvio, che se aggiungi sempre "ma" e "se", ritrovi la natura umana, visto che aggiungi mille varianti e mille controesempi.
Per me, esiste solo la natura degli animali, visto che bene o male, esposti agli stessi stimoli, si comportano allo stesso modo, soprattutto quelli meno complessi.

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L'uomo non è un animale e non và neanche lontanamente accostato ad esso.

O meglio, l'uomo era un animale, è come dire ad uno altro 2 metri che un tempo era bassissimo "ma sei bassissimo!"

Un tempo si era quel che si era, ma il tempo passa e le cose cambiano. (e le persone pure, ma questa, signori, è un' altra storia)

L'uomo è riconosciuto come animale poichè presenta delle caratteristiche ben precise in cui ricade la definizione di animale.

Il tuo esempio non è corretto, perchè tu prendi un parametro a caso, che guarda caso rientra nelle caratteristiche di un animale qualsiasi: crescere.

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L'uomo non è un animale e non và neanche lontanamente accostato ad esso.
O meglio, l'uomo era un animale, è come dire ad uno altro 2 metri che un tempo era bassissimo "ma sei bassissimo!"
Un tempo si era quel che si era, ma il tempo passa e le cose cambiano. (e le persone pure, ma questa, signori, è un' altra storia)

Qual'è il criterio con il quale suddividi ciò che è animale e ciò che non lo è?
Io uso quello che ho appena rubato da wikipedia, che non è detto sia quello giusto per tutti:

 

Attualmente si ritrovano nel regno animale tutti gli organismi eucarioti, con differenziamento cellulare, eterotrofi e mobili durante almeno uno stadio della loro vita, estesi per livello di complessità dai placozoi all'uomo. Il numero di specie via via scoperte è in costante crescita, e alcune stime portano fino a 40 volte superiore la numerosità reale

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Qual'è il criterio con il quale suddividi ciò che è animale e ciò che non lo è?
Io uso quello che ho appena rubato da wikipedia, che non è detto sia quello giusto per tutti:

 

Ricordami quante cose ho in comune con una mosca apparte le funzioni di vita basilari.

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Ricordami quante cose ho in comune con una mosca apparte le funzioni di vita basilari.

 

Le funzioni di vita basilari, semplice. I gruppi possono essere molto ampi e diversi, o molto specifici.

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Ricordami quante cose ho in comune con una mosca apparte le funzioni di vita basilari.

E allora cos'ha in comune un colibrì con un elefante a parte le funzioni di vita basilari, secondo tuo questo ragionamento?

Eppure sono entrambi animali :asd:

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E allora cos'ha in comune un colibrì con un elefante a parte le funzioni di vita basilari, secondo tuo questo ragionamento?

Eppure sono entrambi animali :asd:

 

Hanno tutto in comune.

Non mi risulta che un elefante abbia inventato un aereoplano o che passi le giornate a chattare su whatsapp.

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Hanno tutto in comune.

Non mi risulta che un elefante abbia inventato un aereoplano o che passi le giornate a chattare su whatsapp.

 

Un elefante sa trasportare legname, un colibrì no.
Un colibrì sa volare, l'elefante no.
Noi inventiamo roba, loro no. Ma non riusciamo a trasportare legname o volare.

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Un elefante sa trasportare legname, un colibrì no.
Un colibrì sa volare, l'elefante no.
Noi inventiamo roba, loro no. Ma non riusciamo a trasportare legname o volare.

 

Eh?

Sei sicuro?

Cerca su Google "Camion" oppure "F-35".

Così, per curiosità.

Ancora una volta ti ho dimostrato la differenza tra animale e uomo.

L'animale usa quello che ha, l'uomo quello che si inventa.

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Ospite

Eh?

Sei sicuro?

Cerca su Google "Camion" oppure "F-35".

Così, per curiosità.

Ancora una volta ti ho dimostrato la differenza tra animale e uomo.

L'animale usa quello che ha, l'uomo quello che si inventa.

 

Allora l'uomo è un animale, visto che usa quello che ha. L'intelligenza.

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Allora l'uomo è un animale, visto che usa quello che ha. L'intelligenza.

 

Ma è l'unico animale che ha l'intelligenza.

Se è per questo pure le piante hanno tante cose in comune con gli animali, ma per delle differenze non sono tali.

L'uomo, apparte appunto le funzioni di vita basilari, con gli animali ha davvero poco da spartire.

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Ma è l'unico animale che ha l'intelligenza.

Se è per questo pure le piante hanno tante cose in comune con gli animali, ma per delle differenze non sono tali.

L'uomo, apparte appunto le funzioni di vita basilari, con gli animali ha davvero poco da spartire.

Credo che tu abbia bisogno di rivedere qualche documentario sulla natura

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Io son d'accordo con Giamy: l'uomo non puó essere considerato "animale".
O almeno, dipende cosa intendiamo. Se per "animale" intendiamo un organismo composto da cellule, che nasce, cresce, si riproduce, et cetera allora ok.
Perció sì, siamo animali. Ma un po' diversotti dagli altri: a differenza di loro, possiamo rompere un discreto nunero di leggi di ció che noi chiamiamo "natura".

Esempio.

Parliamo dell'ecosistema: esso è l'equilibrio NATURALE raggiunto da diverse specie che condividono lo stesso habitat per un periodo sufficientemente lungo.
Prendiamo una foresta. L'erba assorbe sostanze nutritive dal terreno, il bruco mangia l'erba, la rana mangia il bruco, la volpe mangia la rana, il lupo mangia la volpe, i decompositori mangiano il lupo una volta morto, ed i resti della decomposizione vanno a fertilizzare la terra per nuova erba.
Questo ciclo continua all'infinito, salvo l'entrata in gioco di agenti esterni (es. un meteorite impatta il nostro piccolo pianeta, distruggendo ció che noi chiamiamo "natura").
Ebbene, l'uomo puó essere considerato agente esterno. Perchè se sono un ricco magnate e quella foresta non mi piace, ci tiro su un ordigno e ciao ciao alla biodiversità che abitava quelle lande.

Ecco la differenza tra noi e gli altri animali.
Noi possiamo ribellarci alla natura e rompere i suoi cicli.
Gli altri aninali no.

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Io son d'accordo con Giamy: l'uomo non puó essere considerato "animale".
O almeno, dipende cosa intendiamo. Se per "animale" intendiamo un organismo composto da cellule, che nasce, cresce, si riproduce, et cetera allora ok.
Perció sì, siamo animali. Ma un po' diversotti dagli altri: a differenza di loro, possiamo rompere un discreto nunero di leggi di ció che noi chiamiamo "natura".

Quello si intende con animale. Specificatamente organismi eucarioti ed eterotrofi.

Cosa c'è di così fantasmagorico nel dire che siamo l'animale più intelligente e più inconvenzionale?

Negare la nostra animalità significa negare la nostra evoluzione dalla scimmia.

 

P.S. Anche altri animali rompono l'equilibrio naturale. Prendi i castori che con le loro dighe sono un vero cancro per l'ambiente. Salva un albero, uccidi un castoro!

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Quello si intende con animale. Specificatamente organismi eucarioti ed eterotrofi.
Cosa c'è di così fantasmagorico nel dire che siamo l'animale più intelligente e più inconvenzionale?
Negare la nostra animalità significa negare la nostra evoluzione dalla scimmia.

P.S. Anche altri animali rompono l'equilibrio naturale. Prendi i castori che con le loro dighe sono un vero cancro per l'ambiente. Salva un albero, uccidi un castoro!

Se lasci i castori per una decina/un centinaio/un migliaio di anni in una certa zona, vedrai che si verrà a creare un equilibrio, nel quale saranno comprese anche le dighe dei castori.
Cos'è che puó fare l'uomo? Andare lì, uccidere tutti i castori e ri-sconvolgere l'ecosistema, che senza più le dighe si ritroverà nuovamente nel caos.

Se per animali intendi un organismo eucariote eterotrofo bene, non posso che darti ragione :asd: Scientificamente parlando, siamo dei comunissimi mammiferi.

Ma è innegabile che siamo molto diversi dagli altri animali, per molte nostre capacità che ci contraddistinguono da essi.

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Se lasci i castori per una decina/un centinaio/un migliaio di anni in una certa zona, vedrai che si verrà a creare un equilibrio, nel quale saranno comprese anche le dighe dei castori.
Cos'è che puó fare l'uomo? Andare lì, uccidere tutti i castori e ri-sconvolgere l'ecosistema, che senza più le dighe si ritroverà nuovamente nel caos.

Se per animali intendi un organismo eucariote eterotrofo bene, non posso che darti ragione :asd: Scientificamente parlando, siamo dei comunissimi mammiferi.

Ma è innegabile che siamo molto diversi dagli altri animali, per molte nostre capacità che ci contraddistinguono da essi.

Mai negato che l'uomo non sia diverso dagli altri animali; e qua si è fin da subito presa come valida la definizione scientifica. A parte Giamy, ovviamente, che non crede che siamo eucarioti ed eterotrofi :asd:

 

Allo stesso modo, credo che malgrado quello che facciamo, l'equilibrio naturale si creerà comunque. Vedi il riscaldamento globale e altri problemi ambientali. L'uomo non può fare niente di fronte a questo mi sa, fra migliaia di anni anche noi verremo risucchiati in uno scenario post-apocalittico :asd:

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Mai negato che l'uomo non sia diverso dagli altri animali; e qua si è fin da subito presa come valida la definizione scientifica. A parte Giamy, ovviamente, che non crede che siamo eucarioti ed eterotrofi :asd:

Allo stesso modo, credo che malgrado quello che facciamo, l'equilibrio naturale si creerà comunque. Vedi il riscaldamento globale e altri problemi ambientali. L'uomo non può fare niente di fronte a questo mi sa, fra migliaia di anni anche noi verremo risucchiati in uno scenario post-apocalittico :asd:

Chissà, forse avremo le tecnologie necessarie per cambiare pianeta, un giorno.

E potremmo anche distruggere la terra, così, per ricordare agli altri animali che siamo powah :asd:

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Gli uomini sono animali, in fin dei conti, la nostra intelligenza è l'arma che abbiamo, così come gli artigli sono quella del leone.
Che poi, manco l'Intelligenza fosse nostra prerogativa!

Le scimmie, che sono i nostri progenitori, sono molto furbe, in grado di apprendere concetti complessi.

I corvi sono una delle pochissime specie, di cui una è l'uomo, in grado di fare previsioni e supposizioni, invece di andare a tentativi, e sono perfettamente capaci di usare strumenti per risolvere problemi complessi.
Hanno il concetto di matrimonio, di tradimento, e di funerale(non sto scherzando, cercate su internet).

Noi siamo la specie dominante semplicemente perché siamo arrivati prima degli altri, non ci fossimo stati noi, ce ne sarebbero stati altri.

Comune, tornando in argomento, io credo che esista la natura umana, gli istinti animali sono rimasti, noi gli abbiamo elaborati, mascherati, ma ci sono ancora.
Credo che l'umanità, nella sua interezza, alla fine sia prevedibile... In fin dei conti, basta guardare una folla di persone, è istintiva, semplice, non ragiona mai al di fuori dei propri bisogni personali.

Il singolo umano, invece, è pieno di potenziale, basti vedere le grandi personalità che hanno forgiato la storia e la scienza:
Einstein, Cesare, Napoleone, per dirne alcuni.
Sono i singoli che fanno la storia, non la massa, anche le grandi rivoluzioni sono state sempre guidate da gruppi ristretti di persone.

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